C’è ancora la conquista del Comune di Salerno tra gli obiettivi di Vincenzo De Luca. Anche se questa volta non sarà in campo in prima persona il governatore campano è fermamente intenzionato a ribadire la propria assoluta primazia in quello che, ormai da un ventennio è il suo feudo elettorale. Per raggiungere questo risultato punta a designare candidato sindaco un suo fedelissimo, quasi certamente l’attuale primo cittadino Enzo Napoli, ed a candidare il proprio secondogenito, Roberto, al consiglio comunale.
Ad agevolare questo disegno sembra voler contribuire il centrodestra salernitano, ancora una volta incapace di elaborare un’alternativa programmatica per la città. E così quel che resta del centrodestra, annichilito da diserzioni che hanno portato anche l’ex candidata sindaco del Pdl a confluire nella maggioranza deluchiana, si presenta all’appuntamento elettorale frammentato e diviso.
A sfidare il candidato deluchiano, con tutta probabilità l’attuale primo cittadino Enzo Napoli, sono già in campo Gaetano Amatruda, già portavoce di Stefano Caldoro, e Roberto Celano, consigliere comunale uscente ora sostenuto da una civica. Amatruda è sostenuto da una coalizione formata da Forza Italia, Noi con Salvini, Nuovo Psi e Rivoluzione Cristiana; manca all’appello Fratelli d’Italia che ha puntato sulla candidatura di bandiera di Antonio Iannone, ex presidente (non eletto) della Provincia.
Una coalizione zoppa, dunque, e non solo per l’assenza di Fdi. Forza Italia a Salerno è un partito ridotto ormai ai minimi termini: le ripetute epurazioni, messe in atto con il distratto beneplacito di Mara Carfagna, hanno lasciato gli azzurri non solo a corto di uomini, ma soprattutto privi di una reale proposta politica per la città. Quanto a Noi con Salvini, formazione sotto le cui insegne si raccoglie quel che resta della destra sociale salernitana, è evidente che la scelta di sostenere un candidato dal profilo più che moderato come Amatruda ne attenua, e di molto, l’appeal elettorale. Difficile far coesistere parole d’ordine barricadere con un candidato che esprime la quintessenza della moderazione. Più che la fortuna mancò, forse, il coraggio di una corsa solitaria. Un test per sondare il reale consenso alla portata dei leghisti del Sud.
A completare la frammentazione dello schieramento moderato anche la candidatura del presidente del Consorzio Asi Gianluigi Cassandra, in campo con una coalizione composta dal movimento di Passera Italia Unica e da Fare di Flavio Tosi. Movimenti che a Salerno non sembrano avere grande appeal, ma che certamente attingono consensi nel medesimo bacino elettorale degli altri due candidati di centrodestra in campo.
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