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Home Arte&Artisti

Alternative rock/ Il ritorno degli Suede

di Fabio S. P. Iacono
7 Settembre 2019
in Arte&Artisti, Home
0
Alternative rock/ Il ritorno degli Suede

I Suede sono un gruppo di alternative rock formatosi nel 1989 nel Regno Unito, scioltosi nel 2003 e riunitosi nel 2010. Composto da Brett Anderson (voce), Richard Oakes (chitarra), Mat Osman (basso), Simon Gilbert (batteria) e Neil Codling (tastiera, chitarra ritmica). Nel 1992 i Suede furono definiti la “migliore nuova band britannica” dalla rivista Melody Maker. L’anno dopo il loro disco di esordio, Suede, ispirato al sound di David Bowie, salì in vetta alla classifica britannica e divenne il disco che ha venduto più copie nel tempo più breve negli ultimi dieci anni. L’album ottenne anche il premio Mercury Music, dando un contributo decisivo all’affermazione del Britpop. Il disco seguente, Dog Man Star, uscì nel 1994 dopo sofferte sessioni di registrazione, che videro l’abbandono del chitarrista Bernard Butler a causa di dissapori con la band (gli subentrò, per il tour di supporto al disco, Richard Oakes). Il lavoro si allontanava dai canoni del Britpop “classico”, si piazzò al terzo posto nella classifica britannica degli album e fu premiato con il disco d’oro nel novembre 1994. I Suede furono annoverati tra i “grandi” del Britpop con Oasis e Blur. Nel 1996, con il tastierista Neil Codling, i Suede ottennero un più ampio successo discografico con Coming Up, che raggiunse la vetta della classifica britannica degli album e produsse cinque singoli entrati nei primi dieci posti della UK Singles Chart. La vetta della graduatoria britannica degli album fu raggiunta anche con il successivo Head Music (1999). Nel 2001 Codling lasciò la band. Gli subentrò Alex Lee. A New Morning, quinto album del gruppo, vide la luce nel 2002, ma fu una grande delusione dal punto di vista delle vendite e portò il gruppo a sciogliersi nel 2003.

Nel 2010 la rinata band tornò sulle scene con alcuni concerti e nel 2013 pubblicò un nuovo album, Bloodsports, che stazionò ancora una volta nella top ten nel Regno Unito. Nel 2016 uscì il settimo album, Night Thoughts, che fece anche meglio del precedente per quanto riguarda le vendite e la critica rock. The Blue Hour è l’ottavo album in studio del gruppo musicale britannico, pubblicato nell’anno appena trascorso, il 2018, con la seguente formazione: Brett Anderson voce, Richard Oakes chitarra, Simon Gilbert alla batteria, Mat Osman al basso e Neil Codling al sintetizzatore ed al piano. Oggi la band ha raggiunto una dorata e piacevole maturità artistica, senza fratture creative anche con il periodo dell’esordio più acerbo, ma pur sempre pregevole, ad esempio dell’LP omonimo della stessa formazione britannica. Quattordici i “pezzi” che non hanno deluso i loro ascoltatori della prima ora, e che quasi certamente non deluderanno anche i giovani ed i giovanissimi: As One – Wastelands – Mistress – Beyond the Outskirts – Chalk Circles – Cold Hands –Life Is Golden – Roadkill – Tides – Don’t Be Afraid If Nobody Loves You – Dead Bird – All the Wild Places – The Invisibles – Flytipping.

Tags: musicamusica rockSuede
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Fabio S. P. Iacono

Intellettuale di origini bizantine, franche e normanne. Ha pubblicato le seguenti opere: "Il sole dietro il sipario" (Sovigliana Vinci 1990), in seguito non riconosciuta; "Nostalgia iperborea" (Melegnano 1999); "Antologia uranica" (Modica 2003); "L'occhio siderale 2003-2004" (Modica 2005); "l'occhio siderale 2005-2008" (Modica 2009); "L'Occidente tra dissoluzione e disgregazione. Quale ricomposizione etica, politica ed economica?" (Accademia Nazionale della Politica Ragusa 2012); "L'occhio siderale 2009-2014" (Fondazione Grimaldi Modica 2014); "Il cigno reale" (Sulmona 2017); "Assemblage: Quasimodo, Brancati e Vittorini filtrati da un dandy. Il centro polare artico 1999-2018" (Romagnano al monte 2019); "Orientamenti dell'aquila" (Chieti 2021). E' stato corrispondente e inviato per Teleiblea, ha scritto per Il Conservatore.com e per Nazione Futura.it, scrive anche per Il Guastatore.

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