Attenti a quei due. Si presentano come cavalieri della solidarietà, ma sono Erinni del cinismo pronte a cavalcare compassione e morte.
Se dei paletti vanno fissati questi non riguardano certo le attività del procuratore Carmelo Zuccaro, ma quelle di una signora abituata ad indossare ora i costumi della salvatrice umanitaria, ora quelli dell’attivista politica.
Per capirlo basta leggersi l’articolo a sua firma rivolto all’Unione Europea pubblicato il 19 aprile da «Open Democracy», sito finanziato da un mecenate altrettanto opaco come George Soros. In quel documento la signora Moas spiega come la risposta ai crescenti flussi migratori non sia la guerra ai trafficanti di uomini, ma la creazione di canali umanitari in grado di garantire arrivi agevolati a tutti i migranti, irregolari compresi. Capiamo. La lotta ai trafficanti di carne umana minaccia di sottrarle indispensabili profitti, ma la decenza e il buon gusto dovrebbero consigliarle di non sovrapporre le attività di crocerossina e quelle di «agit prop» dell’umanitarismo.
Perché mentre lei vive agiatamente grazie ai contributi raccolti negli Usa, i migranti scaricati dal Moas vengono accuditi con le magre risorse dello Stato italiano.