
L’Italia possiede un patrimonio prezioso e dimenticato: migliaia di chilometri di ferrovie poco utilizzate o addirittura dismesse, che se adeguatamente risistemate e gestite (vedi l’esempio della Svizzera) potrebbero essere formidabili volani per un turismo lento e sostenibile. I contesti in cui scorrono i binari sono infatti spesso meravigliosi: dalle campagne toscane alle montagne sarde, passando per i laghi prealpini, gli Appennini, il Friuli, la Sicilia.
Qualcosa però si muove. Finalmente è stato approvato in Senato il disegno di legge A.S. n. 2670, già approvato dalla Camera dei deputati, che reca disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico. Una legge, dato importante, approvata all’unanimità.
Il provvedimento si compone di 11 articoli. Nell’articolo 2 si demanda a un successivo decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, “l’individuazione e la classificazione come tratte ferroviarie a uso turistico le tratte, dismesse o sospese, caratterizzate da particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico”, ma già si citano quali sono le linee interessate. Ecco l’elenco delle 18 ferrovie, cui se ne potranno aggiungere altre in futuro:
a) Sulmona-Castel di Sangro (Abruzzo)
b) Cosenza-San Giovanni in Fiore (Calabria)
c) Avellino-Lioni-Rocchetta Sant’Antonio (Campania)
d) Sacile-Gemona (Friuli Venezia Giulia)
e) Palazzolo-Paratico (Lombardia)
f) Castel di Sangro-Carpinone (Abruzzo/Molise)
g) Ceva-Ormea (Piemonte)
h) Mandas-Arbatax (Sardegna)
i) Isili-Sorgono (Sardegna)
l) Sassari-Palau Marina (Sardegna)
m) Macomer-Bosa (Sardegna)
n) Alcantara-Randazzo (Sicilia)
o) Castelvetrano-Porto Palo di Menfi (Sicilia)
p) Agrigento Bassa-Porto Empedocle (Sicilia)
q) Noto-Pachino (Sicilia)
r) Asciano-Monte Antico (Toscana)
s) Civitavecchia-Capranica-Orte (Lazio)
t) Fano-Urbino (Marche)
La legge specifica che nella gestione dei tratti di ferrovia interessati possono essere coinvolte associazioni e organizzazioni di volontariato operanti nei settori ferroviario, turistico, culturale e ambientale, come già peraltro succede spesso per molte delle linee individuate. E la legge prevede anche la possibilità, evitando ovviamente ogni forma di promiscuità con la circolazione dei treni, che sulle linee ferroviarie dismesse o sospese possano circolare i cosiddetti ferrocicli, vale a dire veicoli a pedalata naturale o assistita su rotaia (il velorail italiano). Bene così.