Ecco la consueta raccolta quotidiana di “perle” del “buon governo” del venditore di pentole: la pressione fiscale ha raggiunto la punta record del 44%, il Ministero dell’Economia e Finanze ha comunicato una diminuzione dello 0,7% nelle entrate tributario nel semestre gennaio – giugno mentre gli italiani hanno aumentato le loro scelte di pagamento rateale delle tasse con la punta massima di 2,4 milioni di rateizzazioni per un valore di 26,6 miliardi di euro.
Intanto – notizie di Repubblica e di Libero – il governo avrebbe allo studio l’ipotesi di colpire per un ammontare di un miliardo le cosiddette “superpensioni”, oltre i 3.000 – 3.500 euro. Il quotidiano di Belpietro ha segnalato poi che l’occupante di Palazzo Chigi ha frequentato per le sue ferie un hotel da 1.600 euro a notte, commentando che “la somma che lui spende in 48 ore per svago, in tasca a chi ha lavorato una vita è un privilegio”.
Si deve purtroppo notare l’attecchimento della mentalità spavalda ed esibizionistica del boy scout: il presidente della Federazione italiana di atletica leggera, tale Alfio Giommi, dopo la meschina figura fatta nei campionati europei, lenita dalle grandi prestazioni di tre soli atleti, ha sostenuto che «A Zurigo abbiamo visto un’Italia che fa sognare».
Il giornale della famiglia Berlusconi non perde il “vizio“ di esaltare, magari in maniera indiretta, il pupetto di Pontassieve, capace «in pochi mesi [di] rivoluzionare un partito strutturato e i linguaggi della politica» Mah? Il PD ha dimostrato di esserci con le sue contese e le sue intestine diatribe mentre il politichese esisteva ieri e esiste oggi anche se il pifferaio continua a suonare a vuoto e nel vuoto.
Berlusconi ed i suoi sono inalterabili con il vecchio, consunto e scorretto metodo del «tira e molla», ora amici, ora finti amici, ora favorevoli, ora contrari, ma sempre pronti a gettare fango sugli alleati, che mostrano velleità autonome (il caso della lite Bossi – Salvini) e sugli avversari momentanei dell’NCD, potenziali alleati di un fronte, sempre più futuribile.
Di fronte alla situazione economica sempre più disastrosa e sempre più preoccupante Il Giornale attacca gli «economisti da rottamare» ed i tecnici come Padoan, che «hanno sbagliato tutte le previsioni» ma riserva per il superdecisionista presidente del Consiglio, primo e principale responsabile, che un partito autenticamente e seriamente schierato all’opposizione avrebbe dovuto censurare senza riserve, la tenue censura del mancato allontanamento.
L’unico a considerarsi accettabile – e non potrebbe essere altrimenti – è Marcello Veneziani, che oggi ha dedicato un articolo alla intitolazione della festa dell’Unità di Bologna ad Alcide De Gasperi, del quale ricorre il 60° della scomparsa. L’idea balsana e del tutto impropria non poteva che nascere da un catto-comunista, quale Beppe Fioroni, e Veneziani ha avuto facile gioco nel ripercorrere il cammino politico del trentino, statista solo e soltanto in funzione del Trentino, dell’Europa e dell’Occidente «sotto l’egida americana» nelle sue luci ma principalmente nelle sue ombre. Come non ricordare infatti l’irremovibile posizione assunta nei confronti di Guareschi, reo in buona fede della pubblicazione di due lettere lesive dell’onorabilità del trentino, sulle quali non venne mai effettuata la perizia calligrafica, per cui finì in carcere restandovi per oltre un anno, e principalmente per l’opposizione all’ipotesi sturziana e vaticana di un’alleanza Dc – destre per il Campidoglio. Si trattava di un progetto, che, una volta realizzato, avrebbe potuto garantire una svolta diversa alla storia d’Italia, evitandoci i decenni trascorsi, soggetti sempre di più alla sinistra democristiana antinazionale e inconcludente, e all’infiltrazione perniciosa della sinistra marxista nella magistratura, nelle scuole e nelle università.