E’ un intervento misurato quanto pesante, il più pesante mai ascoltato, quello della presidente del Senato durante il tradizionale scambio di auguri per le festività natalizie con la stampa parlamentare. La Alberti Casellati, sin dall’avvio, ha pronunziato parole di sintesi, ben superiori per incisività e reale senso critico alle tante presentate dagli esponenti delle minoranze di centro, capaci solo di prospettare la creazione di alternative, autentiche “armate Brancaleone”, e da quella di destra.
La guida dell’assemblea ha infatti rilevato che “a 10 mesi dell’inizio della pandemia, troppi sono i ritardi, le indeterminatezze e disomogeneità nella organizzazione sanitaria”. Sui gravissimi e imperdonabili ritardi dell’esecutivo, chiaramente in superabile stato confusionale, la presidente ha denunziato rigorosamente che “è incomprensibile che gli italiani [ad ieri] non sappiano come comportarsi” confusi da disposizioni incomprensibili.
Per quanto riguarda “la grande sfida che tutti attendiamo della distribuzione dei vaccini. Altri Paesi sono già operativi mentre l’Italia ha ancora difficoltà sui antiinfluenzali” per colpa dell’insuperabile inefficienza di uno dei mille superburocrati del regime giallorosso, tale Arcuri.
Comunque la Alberti Casellati non ha potuto fare a meno di osservare che “non solo nella sanità con cui il Paese si muove, è ciò che preoccupa di più i cittadini”. Parole di rimprovero ha rivolto all’esecutivo sul tema del Recovery Found, denunziando che sarebbe un errore imperdonabile disperdere le risorse e che né una cabina di regia né un gruppo di esperti potrebbero “sostituirsi alle necessarie del Parlamento”.
Da guida di Palazzo Madama ha rammentato che “abbiamo vissuto una concatenazione di ben quattro provvedimenti a contenuto plurimo confluito in un unico testo attraverso emendamenti e subemendamenti governativi. Non solo la lettura è stata difficile, ma anche il vaglio di ammissibilità degli emendamenti”. Tanto per intenderci si è trattato e si tratta impunemente nell’attività governativa di continui attentati alla funzionalità delle Camere”.
La presidente si è interrogata quindi sulla collaborazione tra la maggioranza e l’opposizione, finora introvabile o espressasi in forme ridicole. Quanto mai fondato è l’appello conclusivo: “Di fronte alle tante saracinesche chiuse, alla famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, non può poi essere sottovalutato il rischio sociale fuori controllo”. Un rischio che può essere scongiurato solo “evitando che le diseguaglianze si acuiscano ulteriormente, tutelando le [tante] fasce [veramente] deboli della popolazione”.