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Home Economia

Disastri annunciati. Ancora un passo e l’Italia sarà solo una rana bollita

di Gianluca Castro
3 Febbraio 2021
in Economia, Home
1


Dunque la cura draconiana di Giuseppi sta per fare effetto e, in qualche settimana, conseguirà i suoi risultati. Nonostante il fermo del Paese voluto dal Governo, l’unico risultato però è purtroppo solo il blocco dell’economia e delle attività produttive con, in prospettiva, la loro inevitabile morte per asfissia. Nessun apprezzabile risultato, infatti, è stato raggiunto nel frenare il coronavirus, che peraltro procede nelle regioni del nord nella sua marcia inarrestabile, con relativa drammatica conta di vittime e contagi, in attesa di esplodere presto inevitabilmente a sud.

Non tutti, beninteso, subiranno però alla stessa maniera le conseguenze economiche. Costretti a non poter lavorare o produrre, lasciati senza sostegni dallo Stato che ha decretato la chiusura ‘temporanea’ delle loro attività, le prime vittime saranno gli esercizi commerciali, cui seguiranno a breve PMI e ‘Partite Iva’, che rischiano concretamente di non sopravvivere al fermo imposto alla vita della nazione.

Naturalmente intanto fanno buoni affari le grandi catene commerciali e distributive (quasi tutte in mano straniera) o addirittura vengono gratificati dal fermo produttivo le grandi industrie, quelle del settore auto in particolare, da tempo non più in grado di smaltire il proprio surplus, che già oggi beneficiano della Cassa integrazione per i dipendenti e domani, certamente, come sempre avvenuto, incasseranno aiuti di Stato e, col pretesto della crisi, liberarsi di lavoratori in ‘eccesso’.

Nel frattempo la tanto paventata ‘patrimoniale’, la tassa sui risparmi dei cittadini, avrà già raggiunto i suoi effetti pratici, drenando le risorse delle famiglia riversate nell’acquisto di merci (in buona parte prodotte fuori dall’Italia) con cui riempire i carrelli dei supermercati stipati compulsivamente da persone in preda a crisi d’ansia. Condotti per mano lungo un cammino scivoloso, che ci farà precipitare in una recessione globale paragonabile se non maggiore a quella del 1929, noi intanto volteggiamo con beata inconsapevolezza da un decreto di Giuseppi all’altro, da un’autocertificazione all’altra, speranzosi che ci conducano verso il cammino salvifico dal covid-19.

Nessuno però deve provare a distrarre gli italiani da quell’obiettivo esibito dall’impomatato Conte: preservarci dal diabolico virus. Osare agitare dubbi su metodi o risultati viene bollato di disfattismo e nessuna voce deve levarsi per contrastare la narrazione ufficiale riguardante la ‘via italiana’ alla lotta alla pandemia. Viene ormai benedetto persino l’impiego di militari a pattugliare le strade, contro i ‘runner’ considerati ormai irrazionalmente gli untori del Terzo Millennio.

Eppure ci sono nazioni che hanno scelto, di fronte a un’emergenza sanitaria, di non autoinfliggersi anche un suicidio economico: la Gran Bretagna inizialmente, in parte gli USA e ora, tra le altre, la Svezia. Noi italiani resi amorfi e senza guida da una serie di note vicende storiche non siamo però purtroppo in grado di contare su un’opinione pubblica forte e determinata che vada al di là di qualche dimostrazione di insofferenza.

Ad indirizzare accuratamente le energie delle persone distraendoli dalle reali prospettive provvede quotidianamente il bombardamento mediatico sulla conta di morti e contagiati, i cui dettagli più drammatici vengono gettati in pasto a lettori affamati di buone notizie che invariabilmente giungono sommerse da quelle negative. Come non notare, infatti, una precisa strategia anche nella colonna di camion militari inviati nella notte a Bergamo per evacuare con grande risalto le salme dirottate verso i crematori emiliani.

Se ci siamo ammalati di terrore, per esorcizzare il quale siamo pronti ad accettare qualsiasi sacrificio, del resto lo dobbiamo proprio queste scelte. Anche chi dovrebbe levare la sua voce critica sull’operato schizofrenico del Governo perde la sua autorevolezza in sterili polemiche. Come hanno fatto Salvini e Meloni rilanciando nei giorni scorsi un vecchio servizio RAI (del 2015) su un presunto esperimento cinese con test condotti su virus e pipistrelli. Scelta autolesionistica e schizofrenica, subito ripresa da un’immancabile legione di sinofobi dalla vista corta, quella di diffamare una delle poche nazioni al mondo che in questo momento ci invia aiuti e dimostra solidarietà.

Cosa aspettarsi da un’opposizione così miope del resto, da lasciar cadere nel vuoto l’allarme di Vincenzo Boccia di Confesercenti, che ha parlato di un 44% di esercizi commerciali messi in ginocchio dal fermo forzato della propria attività che non riapriranno più i battenti. Intanto quando, tra qualche settimana o mese, ci verrà permesso di riprendere in mano la nostra vita, saremo cotti a puntino pronti ad essere comprati a prezzo di saldo. Bolliti come una rana, inizialmente rassicurati dall’acqua tiepida, via via sempre più calda, fino a venire cucinati a dovere da Giuseppi e da chi tira i suoi fili

Tags: coronaviruseconomiaGiuseppe Conte
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Gianluca Castro

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Commenti 1

  1. Pietro says:
    11 mesi fa

    E quindi? quale alternativa?

    Rispondi

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