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Home Europae

Follie catalane/ Un (finto) referendum per coprire i debiti (veri)

di Enzo Raisi
7 Settembre 2017
in Europae, Home
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Follie catalane/ Un (finto) referendum per coprire i debiti (veri)

 

Per capire quello che sta succedendo in Spagna e Cataluña. In primo luogo un cenno storico per gli ignoranti che non conoscono la storia e parlano del diritto di autodeterminazione.

Storicamente la Cataluña non è mai esistito come stato indipendente. Nel 1492 quando Ferdinando D’Aragona e Isabella la Cattolica decisero di unire i propri Regni creando la Spagna moderna la Cataluña apparteneva al regno di Aragón capitale prima Huesca e poi Zaragoza entrambe le città si è sempre parlato castellano mai catalano. Barcellona è stata al massimo una contea nella sua storia nulla di più. Nel 1978 quando la Spagna post franchista approvo’ la nuova costituzione democrático la Cataluña e’ stata una delle regioni con la più alta percentuale di si alla costituzione quando fecero il referendum confermativo, con un voto quasi un voto bulgaro. La Costituzione spagnola non prevede il referendum per separarsi dal Paese.

Subito dopo la morte di Franco la Cataluña e’ stata governata da un partito autonomista ma non indipendentista, CiU, appartenente all’internazionale democristiana il cui leader, Pujol, ha governato per quasi 30 anni la sua regione giocando con i due partiti nazionali Pp e PSOE, appoggiando ora l’uno ora l’altro per ottenere una serie di agevolazioni e infrastrutture negate al resto di Spagna. Quando Pujol decide di dimettersi iniziava a svelarsi uno dei più grandi scandali politici di tutti i tempi: nei conti all’estero dei figli, parenti e amici stretti di Pujol si trovarono decine di milioni frutto del sistema 5% pagato in tutti questi 30 anni da qualsiasi azienda volesse lavorare con il pubblico in Cataluña. Oltre a ciò il debito pubblico catalano arrivò a numeri incredibili a causa dei furti della politica catalana e del sistema autonomistico, che a causa dell’uso delle due lingue e la duplicazione dello stato centrale con quello locale, ha prodotto dei costi scandalosi (la sola Tv catalana ha un buco che nessuno sa come coprire).

Per sanare questa situazione il figlioccio politico di Pujol, Artur Más , incomincia a chiedere una autonomia fiscale totale per Cataluña o il referendum per l’indipendenza. A portare avanti queste richieste sono gli eredi di Pujol uniti a Esquerra Repubblicana, vecchio partito dei tempi della guerra civile spagnola poi sparito per decenni è riapparso solo una decina di anni fa e la Cup, un movimento antisistema di estrema sinistra nato dai movimenti per il diritto alla casa che occupavano le case altrui. Il sindaco di Barcellona è una loro leader, il loro elettorato e’ composto sopratutto dalla borghesia ricca della Cataluña i cui padri erano stati franchisti convinti e grazie a ciò si sono arricchiti durante il regime, e dei figli dei milioni di immigrati che la Cataluña ha avuto dal resto di Spagna: Mancheghi, andalusi, extremeñi….

In termini di voti gli indipendentisti non superano il 45% dei votanti ma alle ultime elezioni hanno vinto in termini di seggi e perso in termini di voti. A Barcellona, per la cronaca hanno stravinto i partiti anti indipendentisti.

Questa la storia. Ora in modo unilaterale il governo catalano ha indetto un referendum per l’indipendenza per i primi di ottobre e sta varando una legge che in caso di vittoria del Si vorrebbero espropriare tutte le proprietà dello stato spagnolo in Cataluña e i cittadini residenti diverrebbero automaticamente cittadini catalani…. follia allo stato puro.

Il governo centrale ovviamente ha risposto che impedirà il referendum anche perché non puoi autorizzare, tu governo, un referendum che non è previsto dalla Costituzione. Sostanzialmente i catalani si stanno comportando come i soci di minoranza di un’azienda che, nonostante abbiano firmato patti parasociali, ora unilateralmente vorrebbero decidere loro le regole e le attività dell’impresa imponendole alla maggioranza dei soci.

Itempi sono stretti per fermare lo scontro, ma auguro che prevalga il buonsenso e le parti si fermino. Nel caso ciò non fosse possibile, tocca al Tercio far capire che la costituzione non si tocca e allora auguri …

Tags: CatalognaSpagna
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