Giovedì 20 agosto, TG3 di mezzogiorno: dopo il demenziale annuncio “alla convention dei Democratici, Obama emoziona anche in virtuale” (farà forse peggio l’edizione delle ore 19, con il servizio sull’arresto di Bannon intitolato “sovranismo e frode”, ennesima dimostrazione della malignità e della disonestà degli europeisti a tutti i costi e dei servetti della BCE), la mezzobusto passa dalla politica estera alla cronaca interna, e lancia il servizio sul deragliamento, radiocomandato dai ferrovieri, d’un treno senza macchinista, parlandone come d’un episodio “incredibile”. Buon per lei, signora giornalista. Perché a chi da anni si sposta con i regionali di Trenitalia e Trenord, l’episodio è parso tutto, fuorché incredibile.
Per chi si fosse perso il fatterello: mercoledì 19, alla stazione di Paderno-Robbiate (sita nel comune di Paderno d’Adda, provincia di Lecco, sulla linea Milano-Bergamo – al momento i treni non vanno però verso Bergamo, per i lavori sul ponte padernese; da Milano si fermano a Paderno-Robbiate, e dall’improvvisato capolinea ripartono; per le stazioni bergamasche c’è il bus-navetta), due ferrovieri sono scesi dal treno (essendo appunto Paderno-Robbiate diventata capolinea, i treni non ne ripartono subito), e sono scesi per andare al vicinissimo bar. Ma lì sono stati raggiunti dal capostazione, urlante: il treno non era stato frenato, e per la pendenza (impercettibile all’occhio) e per l’inerzia rimasta dalla precedente manovra, si era diretto verso Milano… senza macchinista, come fosse pilotato da un fantasma. A bordo un solo, sventurato passeggero. Da Paderno d’Adda, i ferrovieri hanno potuto soltanto avvisare i colleghi della prossima stazione: Carnate-Usmate (nel comune di Carnate, in provincia di Monza-Brianza, all’imbocco della Tangenziale Est); dalla cui centralina, il treno è stato dirottato su di un binario morto, dove è deragliato, terminando la sua fuga verso la libertà, dopo quasi dieci chilometri. Vagoni sfasciati, passeggero ferito.
Un episodio grottesco e gravissimo: il treno ha pacificamente attraversato un tratto nel quale gli attraversamenti non mancano, e si può immaginare quale sarebbe stato il bilancio, se fosse successo in un periodo più trafficato, con molti più passeggeri a bordo. I due ferrovieri sono stati sospesi dal servizio.
Nota di colore: fino al marzo 2015, lo scrivente abitava a pochi metri dalla stazione; nel condominio a fianco a quello il cui pianterreno ospita il bar (che, per usare un eufemismo, si definirà losco) nel quale i due ferrovieri hanno consumato la pausa-caffè più onerosa delle loro carriere. La stazione di Paderno-Robbiate era, fino a questo episodio, uno dei luoghi più noiosi di tutta la Brianza (eccezion fatta per le “festicciole” del bar in questione, e per un afoso pomeriggio dell’agosto 2013, quando uno sparuto gruppo di ragazzini diretti a Inter-Cittadella di Coppa Italia agitarono un bandierone nerazzurro accompagnandosi con qualche petardo fumogeni blu); assai più agitata quella dove il treno ha terminato la sua corsa, Carnate-Usmate, feudo della peggiore immigrazione africana.
Proprio a Carnate, allo scrivente capitò un simpatico episodio provocato dalla delinquenza allogena. Era il tardo pomeriggio d’una domenica invernale, pochi anni fa, stava tornando da Milano, sulla linea per Lecco (che, come quella per Bergamo coinvolta nell’incidente del treno fantasma, passa per Carnate). La domenica, a quell’orario, i treni da Milano sono spesso affollati dai “falchetti”: una volta erano i brianzoli che passavano il pomeriggio a Milano, ora sono per lo più extracomunitari. Personale del treno in questione: tre uomini sulla cinquantina e una ragazza, molto bella. È sera, il treno è quasi pieno, ci sono molti immigrati, tra i quali parecchi maschi nordafricani assai robusti. Chi mandiamo a controllare i biglietti? Un paio degli ometti? No, la ragazza, e pure da sola. La quale si impunta a fare il suo mestiere, percorre cominciando dal fondo il convoglio e ad Arcore sorprende dei senegalesi senza biglietto: i quali a loro volta si impuntano, non intendono né pagare la multa o almeno il biglietto, né scendere. Così si va alla stazione successiva, proprio Carnate-Usmate, dove potrà intervenire la Polizia Ferroviara. Ma così come con la ferroviera, il quartetto fa resistenza con i poliziotti: il treno resta fermo un’ora, senza che si dica nulla ai passeggeri delle altre carrozze. Lo scrivente, che era alla carrozza di testa, stava per scendere a Cernusco-Merate, quando incontrava la ferroviera, scossa, e le chiedeva che fosse successo: ricevendo la spiegazione di quanto sopra. Al che dalla loro cabina uscivano i baldi ferrovieri, che attaccati dallo scrivente (loro sapevano cosa stava succedendo durante quell’ora a Carnate, perché nemmeno uno di loro si era mosso dalla cabina? – nemmeno lei è intervenuto – io non lo potevo sapere – dice così ma nemmeno lei li avrebbe affrontati – e perché adesso sto affrontando voi?) rispondevano minacciandolo di non farlo più salire vivo su di un treno (strano, negli anni è successo ancora).
Riguardo invece la stazione di Paderno-Robbiate: il divertimento preferito del capostazione era aspettare che i passeggeri scesi dal treno si recassero alle sbarre del passaggio a livello… e farli aspettare, guardando dalla sala-macchine. Appena qualcuno si fosse chinato per passare di sotto… le avrebbe sollevate. Per poi uscire, ridendo. Un suo collega invece trovava uno spasso spegnere gli annunci automatici e far parlare le figlie dagli altoparlanti.
La linea Milano-Lecco (tanto apprezzata dai cultori dei giochi di parole alla Pippo Franco) era una linea noiosa, ma da qualche anno a questa parte è teatro di queste pantomime: e assai frequentemente sono successi episodi criminosi. Violenze ben più reali di quella che quei tre vigliacchi hanno fatto rischiare alla loro collega, o di quella che paventarono allo scrivente: tutt’altro che pochi i passeggeri che, da quando l’Italia è preda di ondate migratorie, sono finiti anche in ospedale (ma chi se ne frega, i problemi sono altri, il sovranismo il ritorno del fascismo gli euroscettici Putin Trump e via dicendo). Assieme a Carnate-Usmate, particolarmente pericolose sono le stazioni di Lecco, Calolziocorte, Monza (questa, da sempre teatro di spaccio), Sesto San Giovanni.
La linea Milano-Bergamo, diventata Milano-Paderno per via dei lavori sul ponte (c’è un’altra Milano-Bergamo, che passa da Treviglio), accomunata alla Milano-Lecco proprio dalla stazione di Carnate-Usmate, era anche più placida: fino all’episodio del treno in corsa senza personale a bordo.
Senz’altro grottesco, imbarazzante; fa un po’ ridere – perché il bilancio è stato lieve; di fatto, è molto allarmante. Un episodio analogo è stato l’incidente di Pioltello, il deragliamento, con vittime, provocato dalla scarsissima manutenzione della linea ferroviaria (rattoppata con pezzetti di legno). Allora si negò, contro ogni evidenza, la responsabilità dei ferrovieri; anche stavolta si è provato a parlare di malfunzionamento dei freni, materiale logoro; come se ciò possa nascondere che i ferrovieri stavano bevendo il caffè e comprando panini ben al di fuori della cabina del locomotore.
Grottesco, imbarazzante, ridicolo, allarmante: ma non strano. Dopo anni di treni cancellati o in enorme ritardo perché il personale non si presenta, o ritardi “per traffico sulla linea”… col primo treno della mattina, pannelli elettrici rattoppati col nastro adesivo – quando va bene, minacce ai passeggeri, scherzi patetici ai passanti, finestrini aperti e bloccati d’inverno su carrozze col riscaldamento guasto, oppure chiusi e bloccati su carrozze con l’aria condizionata guasta, ore sotto la pioggia ad aspettare treni che non arrivano mai, ore in treni fermi sotto il sole, cartelloni che dichiarano ritardi di 5 minuti nonostante ne siano trascorsi 20 dall’orario d’arrivo e il treno ancora non si veda, costanti aumenti del prezzo di biglietti e abbonamenti in totale assenza di miglioramenti del servizio, non c’è nulla di strano.