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Follie pseudodestrose/ S’avanza la “buona destra”. Nel nulla cosmico

di Massimo Weilbacher
8 Luglio 2020
in Home, Pòlis
0

 

“Si aprì la porta e non entrò nessuno. Era l’onorevole Cariglia”. Niente descrive meglio del famoso e fulminante aforisma di Fortebraccio, corsivista principe dell’Unità dei tempi che furono, il tentativo di resuscitare, con altre sembianze, il patetico fantoccio politico a suo tempo inventato da un noto ex leader politico e dai suoi seguaci.
Ci prova ancora una volta Filippo Rossi, personaggio in cerca di autore (e di futuro) che da tempo si agita in cerca del suo quarto d’ora di notorietà politica.
Il soggetto è di difficile classificazione: viene impropriamente definito “intellettuale di destra”, ma è ben difficile prendere sul serio una definizione simile per uno che di “intellettuale” ha al suo attivo la fondazione del “Festival Caffeina” di Viterbo e di “destra” (a parte essere stato “ideologo” della suddetta fallimentare creatura) un confuso impasto di liberismo-europeismo-conformismo buono tutt’al più per il PD o per Calenda o per +Europa (dove peraltro il nostro si era già candidato, ovviamente senza fortuna).
Il tentativo, per quanto assolutamente inconsistente, ha una sua logica: raccattare qualche voto di benpensanti che non si riconoscono nel baccano e nella superficialità di chi rappresenta oggi la destra politica (il che resta effettivamente un problema) tentando di indebolire così il centrodestra attualmente maggioritario nel paese.
In pratica un ruolo da lista civetta a beneficio della sinistra e, ovviamente, del fondatore nella speranza che da qualche parte salti fuori una poltroncina anche per lui.
Alla faccia della “Buona Destra”, cioè dell’etichetta che Rossi ha appioppato alla sua creaturina.

Non è un certo un caso se una certa stampa ha dedicato a questo inutile ectoplasma un’attenzione esagerata, inversamente proporzionale alla sua consistenza. L’inesistente spessore politico e culturale dell’esperimento risulta evidente dalle dichiarazioni del fondatore, ricche di ossimori ma poverissime di idee serie: “spazio politico per un movimento liberal-popolare”; basta con la ”destra delle fake news senza proposte che critica tutto ma si tira indietro di fronte alle responsabilità”.
Lui invece le proposte le avrebbe, peccato che siano chiacchiere astratte, vuote e fuori dalla realtà: “una scommessa: quella su una nuova grandezza che punta su investimenti per la realizzazione di infrastrutture e opere che valorizzino il patrimonio del Belpaese”; “uno Stato che si fa innovatore, appaltatore di bellezza e di grandezza”; “gli investimenti pubblici infrastrutturali e di riqualificazione servono per migliorare, rivedere, ridisegnare gli spazi urbani delle nostre città, nonché per la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio attraverso reali politiche di green economy”.
Un bla bla confuso e fumoso che ricicla e imbelletta banalità alla moda e politicamente corrette.
Secondo Filippo Rossi “per tutta l’estate continueranno le adesioni spontanee su tutto il territorio nazionale. La Buona Destra sta registrando buoni numeri, in quanto si tratta di un movimento che nasce con una forte componente dal basso”.
In effetti anche ne “Il ritorno degli Zombi” (Bloodeaters), film horror diretto da Charles McCrann nel 1980, tutto partiva “dal basso”.

Tags: Buona destraFilippo Rossi
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