Avete presente il Maelstrom, l’immenso vortice che turbina al largo della Norvegia? Nei loro romanzi Edgar Allan Poe e Jules Verne descrissero l’angoscia del navigante di fronte alla forza degli elementi. Un gioco di maree, onde e correnti che trascinano sul fondo del mare i naviganti incauti, i comandanti incapaci, gli ammiragli superbi. Il Maelstrom è crudele. Se si perde la bussola si affonda e si annega.
Fuor di metafora, questa fu la sorte dello scintillante battello politico che un tempo navigava su cifre elettorali importanti e approdava in porti governisti sicuri e confortevoli. Il suo nome era Alleanza Nazionale e sulla tolda vi era Gianfranco Fini, il commodoro supremo, l’infallibile che ha fallito. Accanto a lui, una folla di ammiragli, contro ammiragli, capitani di vascello e di fregata. I mozzi erano tanti, ma della loro sorte, sinchè tutto sembrava funzionare, nessuno si curò.
Tutti — ma proprio tutti o quasi — plaudivano il commodoro anche quando, come un qualsiasi Schettino, perdeva l’incerta (ma fruttosa) rotta. All’equipaggio bastava urlare, su ordine dei nostromi, “Fini , Fini il nuovo Mussolini” e tutto si risolveva. Cazzate. Ad un certo punto — il PDL — il vascello ha incrociato il Maelstrom, poi il gorgo, l’inabissamento. Un naufragio crudele ed indecoroso. E ancora, le liti sulle scialuppe, le botte per agguantare i salvagenti. I sommersi e i salvati.
Oggi i superstiti dello Stato Maggiore si ritrovano sulla spiaggia, umidi e rancorosi. Con occhi liquidi e, per lo più, disoccupati o pensionati. Alcuni sono tornati a casa; altri, in buona fede, cercano di costruire faticosamente un “nuovo”, incerto ma forse possibile; vi sono poi quelli che invece perseverano — dopo trent’anni di stipendi, conforti e disastri — nell’inventarsi zattere improbabili e cercano di reclutare altri mozzi. Sempre in nome della “militanza”, della “fedeltà”, degli “anni duri” e altre sciocchezze retoriche e ormai inutili.
Oggi, per tutti o quasi, la colpa del naufragio è solo e soltanto di Gianfranco. Facile. L’uomo — molto più fragile di quanto appaia — è rimasto invischiato in una brutta, bruttissima storia familiare. Intrighi, cupidigia e tanti denari. Colpa sua, certo. Ma sulla plancia, assieme al commodoro (incapace e arrogante ma, speriamo, onesto anche se “coglione”) chi c’era? Chi applaudiva? Chi controllava?
Fatevi delle domande e datevi delle risposte. Il Maelstrom non perdona.
2 commenti
Gabriele Baraldi says:
Feb 15, 2017
Vorrei esserne certo come Lei, ma si da il caso che il Maelstrom e un fenomeno dei mari del Nord purtroppo per noi il Mediterraneo e un mare molto più propenso a restituirci immondizie e detriti.
Maurizio says:
Feb 16, 2017
Tutti, ma proprio tutti, devono andarsene a casa…o meglio in galera! Mi riferisco a quanti hanno lucrato per cupidigia e avidità carpendo la buona fede di quanti si sono sacrificati per l’Idea, a suo tempo la più “mediterranea ed europea”. Senza giri di parole bisogna buttare a mare la vecchia classe dirigente della Destra colpevole, nella migliore delle ipotesi, di servilismo ed incapacità. Pertanto, quanti si stanno affrettando, e sono tanti tra nomi illustri e meno, ad occupare le poltrone rimaste vanno messi da parte se si vuole ripartire con un progetto politico nuovo e serio.
Fini è il principale responsabile dell’affossamento della politica e della cultura nazionale che si riconosceva a Destra, ma non è il solo. Volete salvare Alemanno, La Russa, ecc.? L’unica ancora di salvezza è ripartire da zero, nel vero senso della parola. Altrimenti siamo destinati a rivedere ul film già visto.