Mentre il bugiardissimo incassa persino dei “no, grazie, ma ho da fare” come risposta agli inviti per la Leopolda, destre e centrodestra continuano a marciare in ordine sparso, in preda alla confusione mentale più totale. Incapaci di individuare i candidati giusti per le amministrative del prossimo anno, impegnati a far uscire nomi destinati a sonore e meritate sconfitte. Litigano per spartirsi poltrone che non avranno. Ed è giusto che non le abbiano.
Il centrodestra amministra (cosa ben diversa dal governare) tre regioni del Nord: Veneto, Lombardia e Liguria. E non riesce a mettere insieme uno straccio di programma, una benché minima iniziativa congiunta che evidenzi la differenza rispetto ai governi (non solo amministrazioni) del centro sinistra. Quando i rappresentanti delle tre regioni nordiste si incontrano, discutono di orari dei treni e di spese per la promozione turistica, non di politiche dei trasporti o di strategie turistiche.
Non a caso gli stessi discorsi che vengono intavolati da Lombardia e Liguria con il governatore “rosso” del Piemonte, Chiamparino. Ma Chiamparino, in Piemonte, ha un progetto culturale ben preciso, in linea con la politica del suo schieramento. E sono politicamente allineate le scelte strategiche sul turismo e sulla sanità, sui trasporti e sul lavoro, sull’industria e sul commercio. Possono non piacere, ma rappresentano una parte ben precisa, uno schieramento. Politiche portate avanti da personaggi allineati e coperti, spesso inadeguati, spesso arrivati ai vertici senza meriti se non quelli di essere fedeli alla linea.
Qual è il progetto politico delle tre regioni del centro destra? Mistero. Qual è la politica culturale? Inesistente. Cosa contraddistingue le tre regioni dalle altre? La mancanza di una caratterizzazione politica. Incapacità ? Incompetenza? Forse, molto più semplicemente, quella che una splendida canzone del gruppo swing Bart Café definisce “Indolenza”. Sono stati eletti, prendono un mare di soldi, perché dovrebbero anche preoccuparsi di far politica?