Ci sono attimi nella vita in cui la furia di uomini o la forza della natura ti pongono in bilico tra la vita e la morte. Così in un momento la gioia di una vacanza o l’incantesimo di un’avventura si spezzano in un groviglio di terrore e tutto diviene un flash dove si fondono “ la tensione, le urla , la confusione, il sangue, i brandelli di tende, la puzza di gas, l’odore della paura e del sangue.” Questo libro racconta la vicenda di Annalisa Fioretti, pneumologa italiana, che partita per una vacanza estrema in Nepal per scalare il Lhotse, il quarto 8000 della terra, si è trovata improvvisamente ad affrontare il terremoto della primavera scorsa e a trasformarsi da scalatrice in medico d’urgenza.
Le stupende vette himalayane hanno il fascino dei grandi spazi, dell’ambiente selvaggio e primitivo tra i grandi ghiacci eterni. Al campo base gli alpinisti trovano un filo che sorregge bandierine con i colori dei cinque elementi fondamentali : il bianco, lo Spazio; il verde , l’Acqua; il rosso il Fuoco; il blu , il Cielo; il giallo, la Terra.
Proprio qui dove la Natura si esprime al meglio, dove tutto sembra essere incontaminato, dove il rapporto uomo- spirito è più tangibile, avviene la tragedia. Quella Natura che Leopardi definì matrigna si scatena con un terremoto di inaudita violenza , e qui l’uomo non ha colpe : nessun dissesto idro-geologico, nessun effetto serra , nessuna deforestazione sono chiamati in causa. L’uomo, pronto a incolparsi di tutto, sopravvalutando la sua presenza sul pianeta, questa volta è innocente.
Ecco la descrizione drammatica di quei terribili momenti tratta dal diario di Annalisa Fioretti :” Verso le 11.45 ho sentito il pavimento della tenda muoversi ; la mia mente razionale ha subito scartato l’ipotesi di un terremoto. “In Himalaya ?!?”. Peccato che alle prime due scosse sussultorie ne sia seguita una molto forte ondulatoria che mi scatenato una nausea mostruosa. Mi sono affacciata alla tenda infilandomi a razzo gli scarponi e sento Mario che urla “Fuori!” e contemporaneamente Seba che dice “Arrivaaa…”
Mi volto verso il Pumori e vedo una nube grigia arrivare a una velocità incredibile. Mi butto nella mia tenda e urlo “Marcoooo quiii!”.
E Marco si tuffa nella mia tenda seguito da Mario.
Pochi secondi e la tenda viene invasa da polvere e sabbia che ci entra nelle vie aeree, mentre mi proteggo con un braccio e con l’altro cerco di reggere il tetto della tenda che viene schiacciato dall’urto, per creare una sacca d’aria.
Secondi che paiono ore. Poi tutto finisce e ci alziamo, con la neve ovunque.
…Attorno a noi un silenzio mortale. Le nostre tende sono distrutte e ammucchiate…
Faccio dieci metri e trovo le prime persone : uno sherpa con il bacino rotto pieno di sangue e un altro incastrato nel telo della tenda con il viso insanguinato.
E allora intuisco la catastrofe. Riempio lo zaino di bende, fiale di anestetico e antidolorifici, flebo e siringhe, infilo due paia di guanti e corro alla tenda medica.
Lì c’è il caos! La gente comincia ad arrivare, ma la dottoressa americana è nel panico, …sta lì e non fa nulla, se non ogni tanto urlare per la confusione.
…Un medico francese ed io prendiamo in mano la situazione dividendo i malati sui sacchi a pelo che troviamo in giro e iniziando a lavorare facendo triage tra chi potrà salvarsi e chi no. Mi guardo attorno pochi secondi, giusto per capire che è come essere in guerra! Il mio primo malato ha il cranio sfondato sull’orbita, il cervello esce. Reprimo un conato e cerco di tranquillizzarlo. Gli faccio un antidolorifico e assieme a una dottoressa francese lo bendiamo, mentre lei , apparentemente tranquilla ma sotto shock , si ostina a volergli prendere una vena e poi gira con l’ago dell’agocannula chiedendo dove deve metterlo perché è un ago, è pericoloso!”.
Annalisa Fioretti viene così proiettata in una nuova dimensione ed il resto del libro racconta il tempo trascorso a soccorrere i feriti nei giorni seguenti, ogni villaggio una tappa, in un drammatico viaggio verso Kathmandu, la capitale circondata dalle macerie. Perché un medico esercita una professione che si porta sempre con sé, se poi è italiano sa come arrangiarsi ed ecco i teli delle tende diventare barelle, i cartoni del cibo trasformarsi in stecche per immobilizzare gli arti, i guanti divenire lacci emostatici.
Da questa terribile esperienza è nato un libro, ricco di splendide fotografie; il ricavato della vendita andrà a finanziare progetti di ricostruzione in Nepal, proposti e concordati con l’ONG “Friends of Nepal”.
Perché il compito di Annalisa non è ancora concluso, perché “ Ci sono attimi in cui puoi guardare negli occhi la Morte e farle una pernacchia, e altri in cui puoi solo piegare la testa e accettare ciò che la Vita ti pone davanti.”
Annalisa Fioretti
OLTRE
Nepal. Viaggio al contrario tra polvere e sorrisi
Editore Bellavite, Missaglia, 2015
Ppgg.160, euro 20.00