
Maria Elena Boschi da brava fautrice e da accanita sostenitrice delle democrazie “popolari” di stampo renziano, neobokassiano, castrista, venezuelano, nordcoreano e cinese, non poteva che uscirsene con quella frase “Vedremo chi ha la maggioranza”, infantile, donchisciottesca, offensiva di un regime parlamentare, tanto più censurabile e stupefacente in quanto formulata con riferimento ad una vicenda strettamente personale. Ma l’affermazione della prode statista non è tale da offendere, come sottolinea restrittivamente “Il Giornale”, solo il Parlamento, ma la dignità del paese . In una democrazia autentica il parere espresso da Camere, che sappiamo ormai inquadrate ed irregimentate, conta sicuramente in maniera più ridotta rispetto alla verità da accertare dopo indagini equilibrate e accurate, dopo ricostruzioni complete e capillari.
Il “presidente del Consiglio” ha recitato il copione del sostenitore, lamentando con rispetto della verità nullo, un atteggiamento ostile dei media, “che parlano di “temi vendibili” come il crac delle banche e degli azionisti”.
La Boschi “uscirà alla grande da questa questione perché non c’è nulla da nascondere” proclama Padoan , uno degli uomini più attivi nella “camera di regia” governativa mentre i capigruppo M5S di Camera e Senato, nelle loro mozioni assai più severe e puntuali di quelle di FI deboli e forzate (vedi le critiche dell’ex missino Matteoli), affermano che il ministro “dovrebbe dimostrare un minimo di rispetto nei confronti degli oltre 10 mila risparmiatori e fare un passo indietro dimettendosi”.
Intanto l’esecutivo colleziona a catena figure meschine: con l’alleato vero e non tanto sotterraneo FI non riesce eleggere (la prossima sarà la 31ma votazione) 3 giudici della Corte costituzionale, il Consiglio nazionale delle ricerche è da mesi senza vertici mentre il colosso indiano Mahindra & Mahindra acquista il 76,03% della “Pininfarina”.
Gli italiani di centro – destra sono curiosi di vedere nella discussione sulla Legge di Stabilità all’opera FI, Lega e FDI, che si proclamano impegnati nella predisposizione di adeguate misure contestative.
Brunetta individua in essa sensatamente “marchette”, cioè favori a destra e a manca, che è possibile elencare: fondi alle scuole (3 milioni l’anno) per gli asili e scuole elementari, in cui operano in stragrande quantità le congregazioni religiose femminili e 9 milioni ai collegi universitari di merito, 2,2 milioni per l’accordo tra Italia e Vaticano su radio e tv, 38 milioni per un fondo per le cattedra universitarie di merito(??), regime fiscale agevolato anche per il 2016 e 2017 per i “cervelli in fuga”, cioè per le menti geniali rientrati nella trogloditica Italia entro il 6 ottobre scorso.
Nel suo efficace quanto informato lavoro, oggetto a breve di accurato esame, “Essere conservatore”, Roger Scruton indica tra le cose qualificanti della parte anglofona della civiltà occidentale, “il metodo democratico, che ci permette di eleggere che ci rappresenta”. In altre parole in Gran Bretagna come negli Stati Uniti, così anche in Francia, in Germania ed in tutte le nazioni civili il potere deve essere affidato ad uomini selezionati dai cittadini e non a figure, scelte da circoli ristretti.