Se c’è qualcosa di fastidioso è sentirsi attribuire pensieri mai pensati, come è accaduto alla giunta comunale arancio-milanese, accusata di aver messo inutilmente in essere un blocco del traffico di tre giorni per limitare l’inquinamento dell’aria.
Se fosse stato questo l’intendimento del sindaco Pisapia e dei suoi Re Magi della giunta, sarebbe stato un flop con il botto. Infatti le polveri, sottili o grossolane che siano, se ne sono infischiate delle ordinanze mal scritte del Comune di Milano e sono rimaste dov’erano, a fluttuare nell’aria come il Peter Pan di Walt Disney. Anzi, letta l’ordinanza e visti i risultati, forse hanno chiamato anche i rinforzi.
Quindi, nonostante i disagi ai cittadini in tempo di festa, costretti ad andare a piedi, l’aria velenosa che circola nei polmoni e nel sangue è rimasta tale e quale. Come era prevedibile e previsto.
Alla fine, nessuno ha capito a chi accidenti doveva servire questo provvedimento così traumatico. Un provvedimento, fra l’altro, replicato parzialmente a Roma dal commissario straordinario Tronca (poi rivisto, poi cambiato, poi modificato sotto dettatura e poi ripensato) che non ha avuto esito migliore.
Invece occorre supporre una verità più credibile e più in linea con i “tassator cortesi” di Palazzo Marino. La Giunta di Milano, al problema delle polveri fluttuanti, in realtà non ci aveva neanche pensato. Come è ovvio, è stato solo il solito problema di cassa a muovere le meningi arancioni. Infatti, nei giorni di blocco, manco fossero il Savoia Cavalleria ad Isbuscenskij, sono state sguinzagliate orde di vigili urbani che hanno provveduto a distribuire i favolosi verbali da 160 e passa euro. Sia ai malcapitati che non avevano capito, come ai furbi che facevano finta di non aver capito. E, alla fine, l’obiettivo che si era autoimposta la Giunta è stato raggiunto: centinaia di verbali e, conseguentemente, molte decine di migliaia di euro a favore dell’asfittico comune meneghino.
Ma, nel frattempo e come al solito, i vigili d’assalto hanno continuato ad infischiarsi dei (veramente pericolosi) difetti di sempre: i passaggi col rosso, il mancato uso dell’indicatore di direzione e le biciclette impazzite su marciapiedi e passaggi pedonali.
In compenso, se avessero potuto, questi ligi tutori della casse comunali avrebbero multato anche le polveri sottili!
È il tutto è stato condito dalla solita incapacità, degna dei Burosauri di Ernesto Calindri, di scrivere un’ordinanza logica ed in buon italiano. Il provvedimento, addirittura, portava la dimenticanza della deroga per i mezzi di una importantissima organizzazione sanitaria, che per questo ha dovuto bloccare l’uscita e i servizi! Uno strafalcione che, in un paese minimamente civile, avrebbe portato al licenziamento in tronco (con ignominia e calcio nel sedere) del dirigente che ha messo la propria firma sotto una simile baggianata.
Ma, a Milano, tutto è stato risolto con una mail della polizia municipale che dava una spiegazione dell’illetterata ordinanza, ma che non spiegava un acca!
Il bello, però, pare stia per arrivare. Un gruppo di tutori del traffico, sembra più preparati dei soloni che hanno preparato il blocco di fine anno, ha fatto presente che la sanzione imposta dal sindaco non è quella giusta. Infatti, il codice della strada (che è una legge dello Stato!) la prevede ben più bassa. Per questo, a dire loro, ai cittadini multati converrà fare ricorso per ottenere l’annullamento del verbale.
E se così – come pare – sarà, in mano alla giunta milanese, dell’ordinanza di raccolta fondi, non rimarranno che le polveri. E neanche tanto sottili….