Vincenzo Onorato non si ferma e denuncia. Sul Corriere e sul Foglio di oggi l’armatore napoletano ha pubblicato un messaggio a tutta pagina intitolato significativamente “Stop alle esenzioni fiscali agli armatori”, una lettera aperta indirizzata al governo italiano. Si tratta di una denuncia chiara e articolata delle manovre di Emanuele Grimaldi, l’attuale presidente di Confitarma (il ristretto club dei navarchi italiani…) , per estendere i privilegi fiscali esistenti per gli armatori italiani anche alle loro imbarcazioni che non battono bandiera italiana ma di altri paesi dell’Unione Europea.
Onorato non ci sta. Già adesso le navi che battono bandiere di alcuni altri paesi comunitari possono imbarcare anche marinai extracomunitari, che normalmente vengono pagati meno di quelli italiani e comunitari (circa 800 euro…), estendere anche a quelle imbarcazioni le esenzioni fiscali significherebbe rendere più difficile la posizione di quegli armatori le cui imbarcazioni battono bandiera italiana e che quindi adoperano personale comunitario a un costo maggiore.
Secondo Onorato, Confitarma starebbe chiedendo l’estensione degli sgravi fiscali per favorire le attività private del suo presidente che, dice sempre Onorato, impiega sulle sue imbarcazioni con bandiera non italiana un gran numero di lavoratori extracomunitari. Per questa ragione, lo scorso dicembre, il presidente di Moby Lines aveva lasciato il suo posto da consigliere di Confitarma spiegando che l’estensione degli sgravi fiscali voluti da Confitarma avrebbero portato alla perdita di 15.000 posti di lavoro di marinai italiani. Questa critica è ripetuta anche nel messaggio di oggi, in cui Onorato spiega che molte compagnie che impiegano personale italiano si troveranno a scegliere tra la loro sostituzione con personale extracomunitario meno costoso e la chiusura dell’attività.
Ma non è tutto. Nel suo messaggio l’armatore sottolinea «Noi Onorato siamo armatori da quattro generazioni, in questo quadro mi sento personalmente un eretico perchè abbiamo settanta navi tutte con bandiera italiana e soprattutto 4000 fra marittimi ed amministrativi: tutti italiani. Abbiamo con noi nipoti di marittimi che navigavano con mio nonno. La manovra in atto di Confitarma va a colpire l’occupazione dei marittimi italiani, in particolare in aree già fortemente colpite dalla disoccupazione come il nostro Mezzogiorno. Può il nostro paese permettersi ulteriore disoccupazione?».
Onorato ricorda inoltre che «sulle navi dove è imbarcato personale italiano o comunitario e personale extracomunitario quest’ultimo svolge i lavori alla base della scala gerarchica di bordo. Imbarcando alla base extracomunitari, si sono strappate le radici e la catena di formazione gerarchica che i porta i giovani ad imbarcarsi con una prospettiva di carriera. In sintesi, sempre meno prospettive per i nostri giovani».
Il vulcanico Vincenzo chiude la sua lettera con una provocazione «Per me questa è una battaglia ideologica: ho aperto a Napoli nel 2008 la scuola di vela Mascalzone Latino, per bambini e giovani dai 6 ai 18 anni, provenienti dai quartieri più a rischio della città. Facciamo incontrare loro il mare, per indirizzarli ad un lavoro sicuro. Un ragazzo appena imbarcato, con bandiera italiana percepisce dai 1600 ai 1800 euro netti al mese».
Parole su cui ragionare e meditare.