• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
domenica 24 Settembre 2023
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home L'Editoriale

25 aprile? Rileggiamo De Felice e Pansa….

di Mario Bozzi Sentieri
17 Aprile 2023
in L'Editoriale
2
25 aprile? Rileggiamo De Felice e Pansa….
       

Prepariamoci ad un 25 aprile “di fuoco”, speriamo solo sul piano delle polemiche giornalistiche e politiche. La data – malgrado gli anni trascorsi – continua ad essere segnata da una ipocrisia profonda: quella della “guerra (civile) di popolo” e dell’unità d’intenti dei partigiani contro l’invasore tedesco e contro i fascisti.

In realtà non fu così. Non lo fu da subito, ancora prima dei giorni drammatici del 25 aprile 1945, in ragione delle divisioni  ideologiche che ne macchiarono il fragile velo. Da qui bisognerebbe partire per evitare la facile retorica d’occasione e  gli strumentalismi di parte, facendo parlare i fatti e gli autori che sul tema si sono impegnati con serietà e costanza. Ed anche un briciolo di sana polemica.

In prima fila Piero Operti, una delle figure storiche dell’antifascismo non comunista, che così fotografava (Lettera aperta a Benedetto Croce, 1946)  la reale “condizione italiana”: “L’italiano medio, ieri falso fascista, oggi falso antifascista, si ricostruisce una verginità coprendo d’ingiurie un passato a cui vent’anni della sua vita sono strettamente intrecciati. Su questo italiano, che naviga solo nella direzione del vento, nelle ore difficili non si potrà contare: in quelle ore egli imbroglierà le vele e si terrà alla cappa. Sui fascisti sinceri sopravvissuti al macello si potrà contare, perché sono uomini e non sacchi segnavento. Gli antifascisti onesti si sentono infinitamente più vicini agli onesti fascisti che non alla turba delle scimmie urlatrici che oggi li applaudono senza conoscerli”.

Augusto Del Noce, appartenente all’antifascismo della sinistra cristiana, da cui si allontanò convinto dell’inconciliabilità tra cristianesimo e marxismo, nei primi  Anni Settanta arrivò a contestare  l’illusione dell’unità antifascista, ben convinto che  il fascismo era  finito ufficialmente il 25 aprile 1945 e non può risorgere “… semplicemente perché, dopo la sconfitta militare, si dissolse nelle sue varie componenti (le componenti del “fascio”!) che si inserirono o continuarono nei partiti politici presenti.” 

E poi Renzo De Felice, il padre della moderna storiografia sul Ventennio, in gioventù comunista, dal 1956 approdato al  social-riformismo,  impegnato  a comprendere il fascismo più che a demonizzarlo e per questo duramente contestato all’interno dell’Università, senza perciò venire meno alla sua battaglia di verità, che lo porterà, negli ultimi anni di vita, ad affiancare  alla ricerca storica interventi di taglio più spiccatamente “politico”, come l’intervista, rilasciata, nel 1987, a Giuliano Ferrara e pubblicata da il “Corriere della Sera”, nella quale le norme contro il fascismo, contenute nella Costituzione, erano definite “grottesche” e quindi da abolire o come il libro-intervista Rosso e Nero con Pasquale Chessa, pubblicato nel 1995, in cui veniva smontata la “baracca resistenziale”, ivi compresa la retorica sulla partecipazione popolare alla “Guerra di liberazione”.

Tra questi studiosi vale la pena ricordare Giampaolo Pansa, anch’egli dimenticato dalla vulgata corrente, che – in premessa del suo I vinti non dimenticano (2010) – si domandava: “Come celebrare il 25 aprile ?”.

La domanda appare ancora pertinente e condivisibile. Nessuno – sia chiaro – vuole contestare il diritto a “celebrare” una data, con  il suo martilogio, gli strazianti episodi di guerra fratricida, le divisioni che ha creato nel corpo vivo della Nazione. Ma – salvo smentite – il 25 aprile fu, nelle aspirazioni dei più, data di libertà. Ed allora non si può dimenticare come, in ragione dei propri studi, ci fu chi – come Pansa, giornalista ed intellettuale non ascrivibile “alla destra” – pagò sulla sua pelle il diritto ad esprimersi liberamente proprio su una data sensibile, quale continua ad essere il 25 aprile. Lo ricordò egli stesso in più occasioni, stigmatizzando le aggressioni subite dalle squadracce dei “postcomunisti violenti”. E questo soprattutto per avere posto il problema del Pci e del suo obiettivo nella guerra civile: fare dell’Italia un paese satellite dell’Unione Sovietica.

“Oggi – puntualizzava Pansa – l’Urss non esiste più, anche il Pci è scomparso. Eppure le sinistre continuano a non accettare che  si parli delle pulsioni autoritarie dei comunisti italiani e del loro legame con Mosca”. Ciò che avvenne a cavallo degli anni che hanno preceduto e seguito il 25 aprile 1945 va compreso  – seguiamo la traccia di Pansa – in ragione delle pulsioni e dei legami della sinistra italiana e dei suoi atti conseguenti: l’occupazione jugoslava di Trieste, Gorizia e Fiume, con migliaia di deportati  scomparsi nel nulla; le stragi in Toscana dopo la Liberazione; la sorte delle donne fasciste, stuprate e poi soppresse; la strategia del “terrorismo rosso” per eccitare le rappresaglie ed estendere il conflitto; le uccisioni di comandanti partigiani e di politici socialisti; i lager infernali per i fascisti da fucilare. “La verità – scrive Pansa – è sempre una chimera. Ma non si può cercarla quando si è accecati dalla faziosità politica”.

Quando Pansa pone la domanda “Come celebrare il 25 aprile ?”, evidenzia perciò le contraddizioni di una parte dell’antifascismo, quello ancora oggi più aggressivo e culturalmente intollerante, impegnato a celebrare la retorica resistenziale dietro cui nascondere le proprie storiche contraddizioni.

Un’ipotesi di lavoro ? Alla luce di quanto scritto dagli studiosi citati: riportare la Storia al centro,  andando  oltre il mito per ritrovare le ragioni e la complessità dei fatti, spezzando, anche qui, la catena delle vecchie egemonie ideologiche.

La Nazione è memoria. E la memoria è condivisione, cioè superamento non tanto delle singole appartenenze quanto della difficoltà preconcetta a comprenderle, analizzarle, collocarle all’interno delle vicende nazionali. Alla Storia di fissare, sulla base delle verità provate, tali vicende e di interpellarle. “Sine ira et studio” (senza animosità e parzialità) – come ci insegnavano i vecchi maestri.

Tags: antifascismofascismoRenzo De Felice
Articolo precedente

Nel silenzio della politica, l’Italia manda i suoi obici al fronte

Prossimo articolo

A Firenze un convegno su Rocco Scotellaro, il poeta delle radici

Mario Bozzi Sentieri

Correlati Articoli

La dittatura del relativismo avanza e impone “giuramenti”
Il punto

La dittatura del relativismo avanza e impone “giuramenti”

di Carmelo Bonvegna
4 Giugno 2023
0

È un pensiero che ogni tanto fa capolino nel mio cervello; così mi dico: vuoi vedere che di questo passo...

Leggi tutto
“Tolleranti” intolleranti/ La Roccella contestata e la lezione che questa destra non riesce ad imparare

“Tolleranti” intolleranti/ La Roccella contestata e la lezione che questa destra non riesce ad imparare

2 Giugno 2023
Il totalitarismo cos’è? L’analisi di Emilio Gentile

Il totalitarismo cos’è? L’analisi di Emilio Gentile

14 Maggio 2023
Franco Cardini/ A proposito del 25 aprile e di una guerra civile mai terminata

Franco Cardini/ A proposito del 25 aprile e di una guerra civile mai terminata

3 Maggio 2023
Carica altro
Prossimo articolo
A Firenze un convegno su Rocco Scotellaro, il poeta delle radici

A Firenze un convegno su Rocco Scotellaro, il poeta delle radici

Commenti 2

  1. tommaso bisi griffini says:
    5 mesi fa

    E’ ora di mandare i partigiani a farsi fottere. Tanto non sono serviti a niente.

    Rispondi
  2. Maurizio says:
    5 mesi fa

    Articolo illuminante. Studiare la Storia, ripartire dai fatti, per pacificare il Paese sarebbe la cosa giusta. Temo, però, che la Sinistra utilizzerà sempre la data del 25 Aprile per rifarsi una verginità perduta e la Destra non avrà mai il coraggio di sganciarsi dal politicamente corretto. Chi pagherà le conseguenze sarà, come sempre, la Verità.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

L’Artsakh armeno è ormai un ricordo. Morte di una piccola patria

L’Artsakh armeno è ormai un ricordo. Morte di una piccola patria

23 Settembre 2023
Vattimo, il filosofo che incontrò il pensiero debole. Senza convincere

Vattimo, il filosofo che incontrò il pensiero debole. Senza convincere

23 Settembre 2023
Parole, parole, parole. Soltanto parole, parole tra voi…

Parole, parole, parole. Soltanto parole, parole tra voi…

23 Settembre 2023
Il problema dei migranti si risolve solo risolvendo l’Africa

Il problema dei migranti si risolve solo risolvendo l’Africa

23 Settembre 2023

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina cinema coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Ucraina Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In