La svolta nel pomeriggio di oggi. De Dominicis viene silurato con un comunicato su facebook che, se letto in serata, ha il sapore di un anticipo all’aggressione di stampa è Tv.
” In queste ore ho appreso che l’ex magistrato e già procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio in base ai requisiti previsti dal M5S non può più assumere l’incarico di assessore al Bilancio della giunta capitolina, pertanto di comune accordo abbiamo deciso di non proseguire con l’assegnazione dell’incarico.” Virginia Raggi
Gli interrogativi sorgo spontantei. Quali sono i requisiti? Da chi sono stati deliberati (od imposti)? La scelta sorprende perchè la Raggi è a tutti gli effetti una professionista del diritto, ben cosciente del fatto che il proprio mandato è libero, non vincolato dagli obblighi di partito, come principio di rango costituzionale e valido per tutte le cariche elettive. Ulteriore riflessione consegue immediata. Sembra davvero inammissibile che un sindaco credente nelle competenze di un ex procuratore della Corte dei Conti per risistemare il bilancio debba necessariamente obbedire a dei regolamenti calati dall’alto.
Andando più a fondo della questione si potrebbe pensare che in realtà la decisione di privare De Dominicis dell’assessorato era la consegenza della mezza gaffe in cui l’ormai ex assessore è incorso attraverso delle dichiarazioni rilasciate alla stampa. «Un amico, l’avvocato Sammarco, mi ha chiesto la disponibilità e io ho ritenuto di dovermi mettere a disposizione». E alla domanda “Quando ha incontrato Virginia Raggi?” ha risposto: «Io sono fuori Roma quindi ci siamo sentiti al telefono due giorni fa e ho capito che abbiamo gli stessi obiettivi. […] Siamo d’accordo che il mio ruolo sarà quello di fornire le linee di indirizzo che i funzionari dovranno poi mettere in pratica».
Ricapitolando: l’assessore dichiara di essere stato contattato da un importante studio legale (studio molto vicino a Cesare Previti): guai però a parlare di poteri occulti, cavallo di battaglia prettamente grillino; con Viriginia Raggi pare sia intercorsa solo una telefonata: può davvero bastare una telefonata per entrare in sintonia col primo cittadino e condividere le linee guida comuni e gli impegni del nuovo e delicatissimo assessorato al bilancio?
Queste pazze 24 ore si concludono col botto (mediatico): trapela la notizia di un indagine per abuso di ufficio che vedrebbe indagato proprio l’assessore De Dominicis. L’interessato grida al complotto. Ma sarà forse questa la ragione dell’Incompatibilità con i REQUISITI richiesti dal Movimento 5 Stelle di cui parlava la Raggi nel Pomeriggio?Il minidirettorio Romano nel frattempo si dimette.
Traendo le fila del discorso la reazione dei vertici Grillini è prevedibile: il Movimento è in guerra contro tutto e tutti, per dirla senza giri di parole. Per ora la fiducia in quella MAGISTRATURA che da sola combatte il marcio nella politica non sembra vacillare. Se dovesse cadere anche questo rapporto fiduciario, con slogan del tipo “magistratura politicizzata” la definitiva omologazione del Movimento ai tradizionali partiti sarebbe compiuta e gli ultimi brandelli di immacolata purità cadrebbero.
E’ vero che i problemi della Raggi non rappresentano i veri problemi del Paese; è altresì vero che chi governa Pallazzo Chigi non sta facendo nulla per risollevare il Belpaese dalla palude di “non-crescita”; tuttavia ciò non implica che il primo Partito Italiano, quale è il Movimento possa sopravvivere impostando il suo modo di fare politica sulla distruzione e derisione dell‘incapacità altrui.
Roma ha bisogno di una sterzata. Il cambio di passo è fondamentale per far ripartire la capitale dopo i trascorsi bui. Per ora l’avvocato Raggi è ancora lontana dal riuscirci.