Con il golpetto del Quirinale andato in fumo, volata via dal mazzo la Matta-rella (first reaction shock, per dirla con Renzi) dopo l’ultima commossa “stending ovescion” e i canonici 92 minuti di applausi, il centrosinistra non sa più ufficialmente che carta giocare. E così le gioca tutte. Tutte insieme. Il futuro è inscritto nella sigla CL, che non c’entra nulla con lo storico movimento di Giussani, né prelude ad una Santa Alleanza con il Vaticano per sconfiggere le oscure (nere) forze del centrodestra.
É il Campo Largo, che a dirla tutta fa più pensare a un non luogo fantascientifico da Twilight Zone: collocazione geografica “Ai confini della realtà”, quando non del tutto oltre… É un po’ come l’isola che non c’è, ma come cantava Bennato, se ci credi ti basta, perché poi la strada la trovi da te…se ci riesci.
Ma lasciamo da parte le favole per bambini, perché qui siamo in pieno distretto a luci rosse. Parliamo di un’ammucchiata senza precedenti: a confronto del lettone di Letta quello di Putin pare una fredda branda da caserma, e le 120 giornate di Sodoma di Pasolini sono la mezz’ora di catechismo dei piccoli dopo la Santa messa. Lo si potrebbe anche chiamare Ulivone, ma sarebbe ancora poco, allora magari sequoia? Ma no, questo pare più l’anacardio di Rio Grande do Norte, i cui rami si estendono per quasi un intero ettaro, collocandolo di diritto nel Guinness dei primati.
Insomma pare proprio che stia per partire a gran richiesta il festival revival del TTB – tutti tranne Berlusconi: mobilitazione totale tra compagni e compagnucci. Stiamo certi che a breve spunteranno da Formigli lo scoop sulla Meloni sorpresa a brindare a capodanno con indosso il tailleur di Eva Braun, e su Fanpage quello della storia Instagram di Salvini (postata poi subito rimossa!) con lui che cucina polenta e cinghiale nelle pentole appartenute a Göring.
Sarà qual che sarà. A me questo straparlare su Repubblica di “Campo Largo che batte i sovranisti” sembra un delirio degno di Der Panzerbär, l’allucinazione di un Goebbels sotto acidi negli ultimi giorni del Reich. Puntare tutto sull’evocazione del mitico ircocervo giallorosso può poi anche essere rischioso: per Diodoro Siculo tale leggendario essere è infatti contraddistinto da “impeto velocissimo nel primo correre, e facilità a stancarsi subito”.
Ora vedetela come volete, ma a me campo largo e fiato corto non paiono una gran combinazione…senza contare il fatto che Diodoro Siculo i 5 Stelle insieme al PD ancora non li poteva nemmeno immaginare nel I secolo a.C. – e tanto meglio per lui.