Repubblica è un quotidiano che non incontra il mio gusto; non l’ho mai comprato, e nemmeno inserito (al pari de L’Espresso) nella “mazzetta” di giornali della mia segreteria, negli anni in cui ho ricoperto incarichi pubblici. Non ho pertanto motivi per difendere la linea editoriale del giornale fondato dall’ex camerata Eugenio Scalfari.
Tuttavia, mi incuriosisce il violento disappunto che i più fedeli lettori hanno scatenato contro il quotidiano per il suo titolo odierno: “AstraZeneca, paura in Europa”. Per chi si fosse distratto è successo che ieri 9 (N-O-V-E) paesi europei hanno ritirato il vaccino della suddetta azienda, e che anche in Italia ne sia stato prudenzialmente ritirato un intero lotto, in attesa di accertamenti sulle cause che hanno determinato il decesso di persone che si era sottoposte all’iniezione. Una volta tanto, verrebbe da dire, il titolo si limita a riportare una vicenda oggettiva, senza aggettivazioni o interpretazioni di parte.
Ed è proprio questo che viene oggi contestato al giornale; il non aver nascosto una notizia per favorire la narrazione unilaterale secondo cui solo se ti sottoponi al vaccino sei meritevole di rispetto ed attenzione. E pazienza se 53 settimane di carcerazione illegittima (tutte comminate a noi incolpevoli con la promessa che “in 15 giorni vi faremo tornare alla normalità”) abbiano prodotto disastri economici irreparabili, e risultati sanitari perfettamente conpatabili ai paesi in cui non si è mai vietato nulla a nessuno.
Insistere con le forzature, come non era poi così difficile prevedere, produrrà solo l’effetto di reazione negativa, disaffezione alle informazioni e mancato rispetto delle costrizioni.