Napoleone non visitò mai Roma; eppure, l’Urbe era un mito che segnò profondamente l’immaginario del “piccolo caporale” corso. Fascinazione reciproca: tanto che la Città Eterna stessa ospita, sul Lungotevere (di fronte al ponte Umberto I, che collega il “Palazzaccio” della Cassazione a via Zanardelli e quindi piazza Navona), un pregevole Museo Napoleonico. Per celebrare i duecento anni da quel cinque Maggio in cui, finalmente “chinati i rai fulminei”, il generale Bonaparte ebbe “dato il mortal sospiro”, proprio Roma ha ospitato due mostre dedicate alla monumentale figura di Napoleone.
Una, proprio nel citato Museo Napoleonico: “Napoleone ultimo atto. L’esilio, la morte, la memoria” che, come dichiarato dalla Sovrintendenza Capitolina, «intende illustrare le vicende dell’esilio e della morte dell’Imperatore a Sant’Elena attraverso un evocativo racconto visivo, costruito tramite stampe, acquerelli ed effigi scultoree e numismatiche». Mostra tanto integrata nel museo da confondersi con le sale della collezione permanente: non per nulla, l’ottantina di pezzi che la compongono sono tutti appartenenti alla citata collezione del museo stesso. Piuttosto lugubre (le quattro sezioni raccontano la fine dell’epopea napoleonica partendo dal suo secondo esilio e finendo con il ritorno della salma a Parigi, trentacinque anni dopo la morte; al centro dell’esposizione, come mostrato dal manifesto, sta il celebre calco del volto di Bonaparte appena defunto), molto elegante.
Più originale e vasto (oltre che appropriatissimo al trattamento del suo stesso argomento) il percorso offerto da “Napoleone e il mito di Roma”, nei Mercati di Traiano, con accesso da via IV Novembre e vista su Piazza Venezia e i Fori Imperiali. Divisa in tre grandi sezioni: “Napoleone e il mondo classico”, “Napoleone e l’Italia e Roma”, “Modelli antichi nell’arte e nell’epopea napoleonica”, la mostre – con oltre cento opere delle fatture più disparate – racconta nel dettaglio come l’idealizzazione di Roma abbia condizionato il pensiero e l’opera del Bonaparte: dalla lettura dei classici all’emulazione dei grandi condottieri (greci, romani, nemici dei romani: il macedone Alessandro, Giulio Cesare, Annibale), dall’arricchimento monumentale di Parigi (particolarmente accurato lo studio dedicato al rapporto tra la Colonna Vendome e il suo modello, la Colonna Traiana), al conflitto con i vescovi di Roma: in particolare, la lotta di Napoleone col cesenate papa Pio VII Chiaramonti. Tra i cimeli esposti non mancano i “carichi”: dalla replica del celebre (e riportato su tutti i libri di scuola) “Annibale del Quirinale” al dipinto di Gerard (nelle ultime settimane dell’esposizione, sostituito con una riproduzione fotografica) “Napoleone con gli abiti dell’incoronazione”.
La mostra dei Mercati di Traiano ha anche un catalogo, curato da Nicoletta Bernacchio, Claudio Parisi Pressice, Massimiliano Munzi e pubblicato da Gangemi Editore.
Napoleone ultimo atto. L’esilio, l’arte, la memoria
Museo Napoleonico, Roma 5 maggio 2021 – 9 gennaio 2022
Martedì – domenica, 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso ore 17:00), ingresso gratuito
Napoleone e il mito di Roma
Mercati di Traiano: Museo dei Fori Imperiali, Roma 4 febbraio – 7 novembre 2021
Tutti i giorni della settimana, 9:30-19:30 (ultimo ingresso ore 18:30)