È morto a Parigi all’età di 83 anni Gerard de Villiers, l’ultimo “grande vecchio” dei romanzi di spionaggio. Personaggio scanzonato e provocatorio, de Villiers nel 1965 pubblicò il primo romanzo “SAS a Instanbul”. Da allora non si fermò più: in più di quarant’anni l’aristocratico francese scrisse 200 libri, con 150 milioni di copie vendute, traduzioni in tutte le lingue e alcuni (mal riusciti) adattamenti cinematografici. In ogni caso, un successo pieno.
L’eterno, inossidabile protagonista di de Villiers fu il mitico Malko Linge, un principe decaduto e “costretto” a lavorare come agente segreto della CIA. È lui il SAS del titolo (Son Altesse Sérénissime, Sua Altezza Serenissima), ma la sigla sta anche a identificare (piccolo omaggio a Fleming) lo Special Air Service britannico.
De Villiers non ci teneva a essere considerato un grande scrittore. Di se stesso diceva: “Mi considero solo un cantastorie, uno che scrive per divertire la gente. Perché la maggior parte ha una vita di merda ed è costretta a fare lavori troppo noiosi”. Non a caso i suoi libri seguivano sempre la solita — fortunata — impostazione: un intrigo internazionale condito da sparatorie, fughe rocambolesche, spericolati interventi e vittoria finale. Il tutto, come per James Bond, intrecciato ad avventure con donne bellissime, misteriose e un po’ mignotte.
Finita la “guerra fredda” (grande fonte d’ispirazione) de Villiers seppe adattare il suo eroe ai nuovi scenari strabiliando, nel corso degli anni, gli appassionati del genere. Con indubbia abilità lo scrittore francese presentò storie verosimili (risultato di continui viaggi, accurati studi e precise informazioni) e appassionanti, scatenando nuovamente SAS contro jihadisti, trafficanti di droga sudamericani. Una ricetta che consentì a de Villiers un successo duraturo sia in Francia che da noi, dove le sue opere sono editate da Segretissimo SAS, una collana “figlia” di Segretissimo (Mondadori editore) interamente dedicata ai romanzi di Son Altesse Sérénissime Malko Linge.
Nonostante il suo successo de Villiers non era amato in Francia: escluso dai principali circuiti delle librerie, da anni i suoi lavori si trovavano (in quantità) soltanto nelle edicole e nelle stazioni ferroviarie. Perchè? Per la critica e l’industria culturale transalpina, De Villiers era un personaggio imbarazzante. Negli anni ‘70 lo scrittore fu vicino al Parti des Fources Nouvelles e, dal 1980 in poi, non nascose le sue simpatie per il Front National di Jean Marie e Marine Le Pen. Anticomunista e antiislamista dichiarato e mai pentito, in un’intervista recente a “Le point” ironizzò sui limiti politici e caratteriali di François Hollande, l’insipido presidente socialista e dichiarò che nel programma del FN c’erano “molte cose positive”. Troppo per i “tartufi” della rive gauche. Lui se ne fregò e continuò a scrivere e a divertirsi. Sino all’ultimo. Bon voyage Gerard – Malko…