Sì domani saremo di nuovo in piazza, in strada meglio. Urleremo il nostro sdegno davanti al palazzone del Ministero Economia e Finanza. Non possiamo non farlo. Siamo soli, ma risoluti nel rompere il silenzio mortale delle parti politiche e sindacali.
Ed è proprio qui la stranezza. Nessuno urla, eccetto i tassisti, nessuno più contesta.
Dicevo, la stranezza. Deve farlo una associazione di piccole imprese. Ma vi rendete conto? E lo fa per difendere l’impresa e i suoi lavoratoti.
Quei lavoratori sono famiglie italiane, ormai sottomesse e devastate dall’aumento vertiginoso dei prezzi di ogni cosa. Mentre i signori ventimila mese, giocano sulla loro e nostra pelle, pensando a cazzate tipo ius scolae.
Ecco che almeno qualcuno urli. Lo facciamo noi da oltre due anni. Lo faremo ancora domani. E lo facciamo affiancando alla protesta la proposta.
Siamo gente del FARE. Ecco perché rifiutano il confronto. Siamo gente consapevole che DEVE salvare la sua piccola impresa per cercare di impoverire meno la nostra Italia.
E lo facciamo per sottolineare ancora che ci difenderemo con forza all’attacco della cultura del cibo, da parte delle piattaforme digitali globaliste favorite prima da Conte, ora dal liquidatore Draghi.
Noi domani alle 10 in via Venti Settembre ci saremo. E tu? Rimani ancora a guardare dal divano, per poi lamentarti al bar?
Macro aree, treni, sinergie territoriali, porti. È ora di ridisegnare l’Italia produttiva
In un recente incontro, tenutosi in occasione del Festival della Comunicazione di Camogli (Ge), presente il sindaco di Milano, Giuseppe...
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