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Home Penna Pellicola Palco

Agli Uffizi/ I Carabinieri, custodi dell’arte e dell’identità italiana

di Mara Bianchi
19 Gennaio 2017
in Penna Pellicola Palco
0
Agli Uffizi/ I Carabinieri, custodi dell’arte e dell’identità italiana
       

 

 

Negli splendidi spazi della Galleria degli Uffizi di Firenze è in corso La tutela tricolore. I custodi dell’identità culturale, un tributo dedicato ad un corpo di polizia molto speciale, il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, dal 1969 impegnato nella difesa dei nostri tesori artistici.  L’esposizione si articola in otto sezioni che presentano i tanti, troppi crimini contro il nostro patrimonio —  da quelli di guerra a quelli terroristici, fino ai furti e agli scavi clandestini con conseguenti esportazioni illecite (attività quest’ultima legata alle organizzazioni criminali di stampo mafioso e in passato assecondata perfino da istituzioni straniere)  — e dell’opera meritoria dell’Arma.

La mostra si apre con la sezione, Il crimine contro l’arte, in cui si racconta l’attacco terroristico di stampo mafioso che il 27 maggio 1993 colpì il museo fiorentino, distruggendo o danneggiando alcune opere; la seconda sezione è dedicata a Rodolfo Siviero e la sua eredità , dove si narra il salvataggio delle opere delle Gallerie di Firenze, trafugate nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. Molte di esse furono recuperate grazie all’attività dell’allora ministro plenipotenziario Siviero, che su nomina di De Gasperi nel 1946 diresse una missione diplomatica presso il governo tedesco per ottenere la restituzione delle opere italiane. Vi si trovano esposte le celebri Fatiche di Ercole di Antonio Pollaiolo, la Madonna col Bambino (detta Madonna del Solletico o Madonna Casini) di Masaccio, il Ritratto di uomo di Hans Memling, l’Avarizia di Francesco Furini, il Pigmalione e Galatea di Bronzino, Ritratto di giovane donna di scuola emiliana (illecitamente esportata negli Stati Uniti con la suggestiva attribuzione a Raffaello), tutte opere rientrate agli Uffizi grazie a Siviero. Ancora oggi, grazie al suo repertorio di quanto è stato trafugato in musei, chiese e collezioni private durante la Seconda Guerra mondiale e grazie all’attività del comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, continuano i ritrovamenti e ritorni in patria: lo ricordano la trecentesca Dormitio Virginis, di scuola veneta, trafugata il 20 luglio 1944 dai tedeschi a Lastra a Signa e riportata in Italia dopo esser stata individuata sul mercato londinese nel 2014; La carica dei bersaglieri di Michele Camarrano, purtroppo tagliata e suddivisa in varie porzioni per poterla vendere più facilmente.

Nella terza sezione Beni archeologici e diplomazia culturale sono esposti i preziosi recuperi archeologici, per lo più provenienti da scavi clandestini e poi usciti illecitamente dall’Italia. Insieme al lavoro di ricerca e individuazione dei beni artistici da parte dei Carabinieri, la “diplomazia culturale” — un insieme di accordi diplomatici e trattative internazionali sull’argomento — ha raggiunto risultati prima irrealizzabili. Ricordiamo il memorandum di intesa tra Stati Uniti e Italia sottoscritto nel 2001. In mostra alcuni esempi: la statua di Vibia Sabina, moglie dell’imperatore Adriano rientrata da Boston nel 2007, il cratere del celebre pittore Assteas rientrato da Los Angeles nel 2005 e infine l’Hydria etrusca dove è rappresentata la metamorfosi dei pirati in delfini, tornata nel 2014 dal Toledo Museum of Art nell’Ohio.

Ai  Carabinieri dell’arte è dedicata la quarta sezione. Dipinti, reperti archeologici recuperati dai militari che illustrano l’attività quasi cinquantennale del Comando Tutela Patrimonio Culturale. Tra queste ricordiamo la Triade Capitolina e il Volto d’avorio, il Putto con anatra della Casa dei Vettii a Pompei, l’Adorazione dei Pastori di Dono Doni di Assisi, trafugato dalla Pinacoteca Civica di Bettona.
Una menzione particolare meritano le opere ancora mai viste in Italia, rientrate dai quattro angoli del mondo appena in tempo per essere esposte nella sezione di chiusura L’attività continua: la Peplophoros di Villa Torlonia, il pugnale con impugnatura in giada dell’armeria di Friederich Stibbert, il celebre Carro di Eretum tornato da Copenaghen, il Ritratto di Giulia Domna di Villa Adriana, le pagine miniate dell’Antifonario di Santa Verdiana a Castelfiorentino.
Con la quinta sezione Scoperte fortuite: l’etica del cittadino, la mostra rende onore ai comuni cittadini che si sono inaspettatamente ritrovati ad essere protagonisti di ritrovamenti. Ecco la Testa di bambina recuperata assieme ad uno straordinario Torso bronzeo (arte romana, II sec. d. C.) nel mare della Puglia e un’Urna cineraria con raffigurazione di defunto recumbente trovata in una tomba etrusca nei pressi di Città della Pieve da un agricoltore.

La globalizzazione del crimine è la sesta sezione, che espone le Oreficerie Castellani rubate dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia il 30 marzo 2013, su commissione di una facoltosa signora russa, e fortunatamente recuperate grazie agli interventi dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Infine, uno sguardo sulla follia del mondo: significativamente è stata esposta la stele funeraria di Palmira, un’omaggio al martoriato sito archeologico siriano e a tutti i difensori dell’arte e della bellezza.

Sino al 14 Febbraio 2017

Firenze, Galleria degli Uffizi

ingresso gratuito con accesso dalla porta 2

Orario

martedì – domenica ore 10 – 18

Chiuso il lunedì

Catalogo Sillabe

Tags: archeologiaartecarabinieriFirenzeGalleria degli Uffizi
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