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Home Economia

Agricoltura & salute/ Sempre meno frutta sulle tavole degli italiani. Le iniziative di Coldiretti

di Redazione
29 Luglio 2014
in Economia, Home
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Agricoltura & salute/ Sempre meno frutta sulle tavole degli italiani. Le iniziative di Coldiretti
       

I consumi di frutta e verdura degli italiani sono crollati di oltre il 30 per cento rispetto agli ultimi 15 anni per un quantitativo che nel 2014 è sceso addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia, un valore inferiore a quelli raccomandati dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E’ l’allarme lanciato con l’arrivo del grande caldo dalla Coldiretti nel Dossier su “Frutta e verdura dai campi alla tavola nel 2014” presentato in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori  che hanno lasciato le campagne per distribuire gratuitamente nelle piazze e nelle spiagge in tutta Italia duecentomila pesche, susine e altri frutti  e realizzare la più grande azione educativa mai realizzata sulla frutta nei luoghi della vacanza.

Si tratta  degli effetti della spirale recessiva tra deflazione e consumi che sta mettendo a rischio le imprese e la salute consumatori che gli agricoltori vogliono rompere per  dare a tutti la possibilità di consumare la componente più importante della dieta estiva degli italiani, con l’arrivo del caldo, in un Paese come l’Italia che è leader europeo nella produzione.

Nel primo semestre del 2014 i consumi di prodotti ortofrutticoli da parte degli italiani sono scesi del 2 per cento allo stesso periodo dell’anno precedente quando complessivamente durante tutto l’anno sono stati acquistati poco più di 7,8 milioni di tonnellate di ortofrutta, divise tra 4,2 milioni di tonnellate di frutta e 3,6 milioni di tonnellate di ortaggi.

Secondo il rapporto Istat/Cnel 2013 sul benessere in Italia il 18,4 per cento della popolazione ha consumato quotidianamente almeno quattro porzioni tra frutta, verdura e legumi freschi che garantiscono l’assunzione di elementi fondamentali della dieta come vitamine, minerali e fibre che svolgono una azione protettiva, prevalentemente di tipo antiossidante.  Il calo è ancora più preoccupante per bambini e adolescenti con il numero di coloro che mangiano frutta e verdura a ogni pasto è sceso al 35 per cento a fronte del 37 per cento nel 2012, mentre quelli che la mangiano una volta al giorno sono passati al 35 per cento, contro il 39 per cento, e si registra anche un aumento di coloro che non l’assumono o lo fanno un massimo di 2 volte a settimana (31 per cento contro il 24 per cento).

Gli effetti si fanno sentire anche sulla produzione agricola con i prezzi all’origine che all’inizio di luglio secondo l’Ismea hanno perso oltre il 34% rispetto allo stesso periodo del 2013 mentre va ancor peggio per i prezzi all’origine delle nettarine, con riduzioni anche del 40 per cento rispetto al valore a luglio dello scorso anno. Una tendenza che mette a rischio il frutteto italiano che negli ultimi trent’anni si è ridotto del 28 per cento ed oggi può contare su appena 321mila ettari coltivati a melo, pero, pesco, albicocco, arancio, limone e altro. Una situazione ancora più grave per le regine dell’estate come le pesche e le nettarine le cui coltivazioni  si sono quasi dimezzate con un calo del 44 per cento ed oggi possono contare su appena 62.104 ettari.

La Coldiretti presenterà al Governo una serie di proposte per interventi che diano al settore migliori prospettive per il futuro: una corretta riconversione varietale; il coordinamento unico per l’immissione del prodotto sul mercato; la regolamentazione del sistema degli sconti e delle vendite sottocosto nella grande distribuzione organizzata; la regolamentazione sul commercio in materia di confezionamento che riduca i costi evitando il moltiplicarsi di formule diverse; lo sviluppo di fondi mutualistici per affrontare le situazioni eccezionali; la progettazione di nuove forme assicurative multirischio che comprendano le situazioni di crisi; l’esclusione della frutta più facilmente deperibile dal sistema del libero servizio nella Grande distribuzione organizzata (Gdo), maggiori controlli sul rispetto delle norme di commercializzazione e sui prodotti di importazione, troppo frequentemente spacciati per italiani.

 

Tags: agricolturaagricoltura italianaColdirettieconomiasalute
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