
Smaltita l’orgia retorica del “Siamo tutti al Bataclan”, declamato al sicuro, per ora, delle nostre case, cerchiamo di capire, alla luce della storia e della ragione, dell’esperienza e dell’intelligenza, secondo la lezione di Nicolò Machiavelli.
Primo. Non confondere il terrorismo con l’Islam, “che ha dato capolavori al l’umanità, di arte, di filosofia, di scienze di poesia, di mistica”, come ci ricorda Claudio Magris
Il fanatismo ed il terrorismo sono compatibili con qualsiasi religione e con qualunque cultura: da Innocenzo III e Simone di Monfort, (lo sterminio degli Albigesi), a Robespierre, da Lenin ad Hitler, dal Sinn Fein alle Brigate Rosse, dall’Irgun ad al-Qaeda e via elencando.
Secondo. La causa prima, se non l’unica, del terrorismo e’ la caduta dell’etica e l’assenza di giustizia sociale. Chi non ha etica non ha umanità. Chi è sfruttato, emarginato, escluso e’ un terrorista potenziale.
L’etica e la giustizia sociale sono state ferite a morte dal capitalismo, quello in specie di matrice anglosassone, dai sistemi politici ad esso funzionali, travestiti spesso da democrazie liberali, dal colonialismo vessatorio e di rapina in danno delle nazioni e dei popoli sottomessi o deboli.
Il capitalismo ha sfrattato la giustizia sociale, la solidarietà, la “misericordia” direbbe Papa Francesco, a vantaggio della speculazione e dell’espropriazione.
Ha sfrattato Dio a vantaggio del Vitello d’oro!
Terzo. Le società senz’etica e senza giustizia sono centripete ed egoiste, indifferenti al resto del mondo, riluttanti al sacrificio, refrattarie al rischio, renitenti al combattimento.
Sono società deboli, esposte alla sottomissione e alla conquista. Sono vittime predestinate alla legge della politica e degli Stati, la legge del potere e della potenza. Che vige nel mondo cristiano, pensate alle Crociate, come in quello musulmano, da Lepanto all’assedio di Vienna. “Chi si fa agnello, lupo lo mangia”.
Come reagire?
“Primum vivere, deinde philosophari”. Avere un sussulto d’orgoglio e di coraggio, invadere lo Stato Islamico, debellare l’Isis, smantellare la sua rete in Medioriente, in Africa, in Europa.
Martella al capo il polipo ed i tentacoli cadranno.
Secondo. Rifondare l’Occidente, restituirgli i fondamenti spirituali ed etici, retrogradare l’economia a mezzo, a strumento: smantellare i meccanismi di potere delle oligarchie finanziarie, bancarie e tecnocratiche, a cominciare da quelli della UE.
Terzo. Ispirare la politica e le relazioni interne ed internazionali al rispetto reciproco, alla cooperazione, allo scambio paritario culturale ed economico, alla cogestione e compartecipazione.
La Giustizia e’ il presupposto essenziale per la libertà e per la pace nel mondo degli uomini.
Di più può venire soltanto da Dio.
Caro Cerullo, una sola nota: inserire Papa Innocenzo III in una lista con Lenin, Hitler, Robespierre, Brigate Rosse ecc. ecc. è una bestemmia. Attribuire direttamente a Innocenzo III le violenze della Crociata contro gli Albigesi è anche, storicamente, una forzatura. Innocenzo III era un uomo del suo tempo ma fu anche un gigante da tutti i punti di vista (senza di lui, tra le altre cose non ci sarebbe stato San Francesco e San Domenico… coi rispettivi ordini mendicanti). Preciso questo aspetto perché fa tanto “politicamente corretto” mettere sempre un po’ di critica alla Chiesa nella ricostruzione dei rapporti Occidente/Oriente come si è sentito tante volte in questi giorni nei commenti ai fatti di Parigi. Credo che certe figure vadano invece conosciute meglio e “salvaguardate” da contaminazioni infamanti perché ogni analisi deve partire da una corretta conoscenza del proprio retroterra, possibilmente sfrondato da pregiudizi e leggende nere. Cordialità
Fabio Andriola