Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il suo direttore, Paolo Giulierini, hanno inaugurato la mostra “Alessandro Magno e l’Oriente” (29 maggio – 28 agosto 2023; curatori Eugenio Lo Sardo e Filippo Coarelli); mostra inaugurata in concomitanza con l’avvio della seconda fase dell’epocale restauro del celebre mosaico di Alessandro, che sarà possibile seguire nei prossimi mesi grazie a un “cantiere” trasparente” (la cui chiusura dei lavori è prevista per il marzo del 2024).
La mostra è dedicata alla figura di Alessandro III il Macedone (356 – 323 a.C.) e si svolge nel MANN: l’istituto che custodisce eccezionali e uniche testimonianze della vita e delle gesta dell’eroe macedone. In poco più di dieci anni, accompagnato dai suoi fedeli compagni, egli conquistò un impero estero tra l’Asia e l’Europa; da uomo e da filosofo (allievo diretto di Aristotele) amò ambedue i continenti, promuovendo la pace e l’unione dei popoli assoggettati.
L’esposizione è articolata in due spazi: l’atrio monumentale e il salone della Meridiana, con rimandi tematici nei tre giardini storici.
Sono esposte 170 opere provenienti da ogni angolo del mondo, dalla Persia al Gandhara; queste mirabilia si aggiungono i molti reperti della collezione permanente del MANN: il solo museo in cui si conservino tre ritratti del Macedone e tra questi il più celebre: il Mosaico della Battaglia di Gaugamela, ove l’eroe è raffigurato in sella al fido Bucefalo, mentre si scaglia contro Dario sull’alto carro. Quest’opera (attualmente in restauro, e la cui riproduzione è posta a tappeto nel Salone della Meridiana nell’area dove è ricostruito l’ambiente della casa del Fauno) è secondo gli studiosi una replica romana d’una sublime opera del più celebrato pittore dell’antichità, Apelle.
Alessandro è stato re, filosofo, stratega e guerriero invincibile; ha esplorato meglio di chiunque altro gli usi e i costumi delle genti di Europa e di Asia; è allora lui la a condurre il visitatore alla scoperta delle sue imprese e delle grandi civiltà del passato. Un eroe, Alessandro, che ha indossato gli abiti del faraone, quelli di Zeus, di Eracle, di Dioniso, di Shah di Persia, del Rajà di Taxila; soltanto le ali per ascendere al cielo non ha indossato, preferendo cavalcare due enormi e affamati grifoni come si raccontava nel Medioevo, attestando l’aura di leggenda che ha avvolto il condottiero. La mostra comincia con le raffigurazioni dello stratega macedone su busti, gemme e sculture, tra le quali l’erma del Louvre, replica romana d’un originale di Lisippo; prosegue poi nelle segrete stanze dove il destino del re del mondo è annunciato, tramite uno scudo magico, da una profetessa alla madre Olimpiade e al padre Filippo II; il visitatore è quindi accolto da un enigmatico genio alato (conservato al Louvre), un Cabiro che offre alla futura sposa di Alessandro la collana di Armonia. Il peristilio e la sala principale della villa di Fannius Synistor (Boscoreale), uno dei più grandi enigmi della storia dell’arte, sono per la prima volta interamente ricostruiti e spiegati.
Nel salone della Meridiana, la prima fase del percorso è completata da pregevoli manufatti che raccontano i Macedoni e i Persiani: tra di essi, lo straordinario Vaso dei Persiani, risalente alla seconda metà del IV sec. a.C., ove è rappresentato l’eterno conflitto (cantato da Omero e da Erodoto) fra Europa e Asia, tra Grecia e Persia.
L’esposizione prosegue con i viaggi di conquista e di scoperta di Alessandro; in questi spazi è ricomposto il gruppo di statue equestri marmoree, proveniente dal santuario di Giunone Sospita, conservato in parte al British Museum, in parte a Lanuvio. Una testimonianza fondamentale per la ricostruzione del celebre donario di Alessandro, realizzato da Lisippo e destinato a celebrare i venticinque compagni morti nella battaglia del Granico. L’ammirazione nei confronti di Alessandro da parte dei sacerdoti egiziani e la successiva divinizzazione è ricordata invece dalla stele egizia proveniente dal tempio di Iside a Pompei.

Sono quindi esposti reperti che ricordano i più fedeli collaboratori di Alessandro Magno: su tutti Seleuco, guardia del corpo sempre al fianco di Alessandro in battaglia, raffigurato in un busto in bronzo dalla Villa dei Papiri; ma nessuna testimonianza può competere col grande mosaico pompeiano della Casa del Fauno, raffigurante l’impetuosa carica di Alessandro e la fuga di Dario.
Durante il suo lungo viaggio verso Oriente (334-323 a.C.) Alessandro fondò molte città, universalmente ammirate per la grandiosità la raffinata tecnica urbanistica: tra queste Alessandria in Egitto, Alessandria Eschate (un tempo Leninabad) e Alessandria Bucefala in Pakistan. Alcuni secoli dopo, nei regni Indo-Greci si giunse a un’inedita e duratura fusione di usi, costumi e religioni; un esempio, fra tanti in mostra, è la statua di Buddha (proveniente dal Pakistan e risalente al II-III sec. d.C.), togato e dal sorriso composto, e che alcuni ritengono mutuato dal divino Apollo. L’ampiezza del fenomeno delle reciproche influenze dura più secoli, e ha posto le basi per un solido rapporto tra Roma e l’Oriente. Le tracce si ritrovano nelle classiche figure di Eracle con la clava, di Atlante inginocchiato, di eros alati e di capitelli ionici scolpiti nella pietra. Le grandi civiltà antiche d’Oriente, a loro volta, sono state recepite e assimilate dalla civiltà greco-latina: a Pompei, nel secolo scorso, fu ritrovata una piccola, splendida statuina di divinità indiana di avorio.
L’Asia fu arricchita dalla cultura ellenistica. Alessandro subì il fascino dell’Oriente, sposò l’uzbeka Roxane e pose la sua capitale a Babilonia; ma fu in Europa che il suo ricordo restò più vivo. Pompeo, Cesare, Augusto, vi si ispirarono e lo emularono; si impadronirono dei monumenti e delle statue a lui dedicate. Lo vediamo in splendidi gruppi statuari, raffigurato come Achille morto tra le braccia di Aiace, o come lo stesso eroe omerico, rappresentante d’Europa, che si intenerisce dinanzi alla morente Pentesilea regina delle Amazzoni e allegoria della Persia conquistata. Gli oggetti colossali e le meraviglie furono anche un suo lascito all’Occidente, e tra di esse sono in mostra le illustrazioni di due incomparabili esempi: il Colosso di Rodi e il Faro di Alessandria.
L’allestimento (il cui colore dominante è un rosso intenso che rimanda a quello del celebre mosaico) è ideato da Andrea Mandara, con grafica di Francesca Pavese; il progetto di raffigurazione dei paesaggi al tempo di Alessandro Magno (realizzato nei giardini delle Camelie, delle Fontane e della Vanella) è di Silvia Neri.
Catalogo Electa, a cura di Coarelli e Lo Sardo.
Alessandro Magno e l’Oriente
Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Piazza Museo, 19), 29 maggio – 28 agosto 2023
Tutti i giorni escluso il martedì, 9:00-19:30 (ultimo ingresso 18:30)
Biglietto intero 22 euro; ridotto 20, famiglia 40, speciale 11; gratuito sotto i 18 anni
Catalogo: F. Coarelli, E. Lo Sardo, “Alessandro Magno e l’Oriente”;
Electa ed., 280 pgg., 260 ill., 25 euro.