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Alfetta, Lerner, Padellaro: la paura e la legalità

di Augusto Grandi
11 Dicembre 2013
in Il punto
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Alfetta, Lerner, Padellaro: la paura e la legalità
       

 

Cosa unisce un’idra a due teste come Alfetta baciapile, il compagno Padellaro ed il presunto intellettuale Gad Lerner? La paura.

Era fantastico guardare Letta mentre veniva acclamato da un’aula non più sorda e grigia, ma sorda e terrorizzata. “Difendiamo la legalità”. Ma quale legalità? Quella di un Parlamento delegittimato da un voto con procedure anticostituzionali? Quelle di un Parlamento delegittimato che elegge, anzi rielegge, un presidente della Repubblica che crede di essere un imperatore. Qual è la legalità? Il diritto di portare al suicidio decine e decine di piccoli imprenditori, di lavoratori sfruttati, di disoccupati disperati? E tutto grazie a leggi assurde ed al ruolo non più accettabile di Equitalia? Questa, per Alfetta, è la legalità che dovrebbe essere difesa da carabinieri, poliziotti, finanzieri. La legalità di chi non rispetta la Costituzione nelle parti fondamentali, come quella che prevede che la sovranità appartenga al popolo.

No, lorsignori han deciso che la sovranità italiana appartiene alle banche tedesche, agli eurocialtroni di Bruxelles, ai criminali del Fmi. E nessuno arresta questi signori che violano la Costituzione? La legalità, per loro, è negare ai lavoratori il salario adeguato per un’esistenza dignitosa (anche questo è previsto dalla Costituzione, ma forse avevano tutti una copia fallata e mancante di quelle pagine), è negare il rispetto dei referendum.

Il popolo puzza, e se lavora puzza di più. Lorsignori hanno i nasini delicati, forse perché rifatti troppo spesso. Lorsignori si rinchiudono a La Scala per godersi la prima della Traviata e non possono mischiarsi con gli ignoranti che restano fuori. Sarebbe stato divertente porre qualche domanda di carattere musicale, su Verdi e sull’Opera in genere, a molti di questi sedicenti Vip che occupavano i posti a teatro capendo meno di nulla. Ma anche lì lorsignori erano blindati, protetti, scortati.

Difendere la legalità? No, lorsignori pretendono che ad essere difeso sia il privilegio, il loro. Che le forze dell’ordine, sottopagate, stiano a difendere i palazzi del potere, non i diritti di un popolo che diritti non ne ha più e non deve averne mai più. E quando il sindaco di Torino, Fassino, si indigna perché i Forconi sconvolgono la vita dei cittadini, dimentica che i cittadini hanno la vita sconvolta dalle sue tasse per pagare i debiti che lorsignori hanno creato. Che ad essere sconvolte per la chiusura delle gioiellerie del centro sono soltanto le madame della sua cricca, perché i cittadini normali ormai non hanno più i soldi per gli acquisti di Natale.

Ma ora il Nulla Alfano manderà altre truppe per sedare la protesta. Quelle truppe che non si son viste quando c’era da sgomberare palazzi occupati dai centri sociali tanto amati da Fassino. La legalià, in quei casi, può attendere. Contro il popolo ed i lavoratori bisogna picchiare duro, e subito.

Tags: Alfanoforconiforze dell'ordinePiero FassinotasseTorino
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