La campagna terrorista dell’Isis non si ferma. Nemmeno nello Yemen, una guerra “dimenticata” dai media occidentali, ma feroce e implacabile. Ieri nel centro di Aden — la capitale economica del paese — è esplosa l’ennesima auto bomba. Bilancio 60 morti e 30 feriti. I terroristi hanno rivendicato immediatamente il massacro su Amaq, l’organo di propaganda del gruppo criminale.
Dal settembre 2014, lo Yemen, il Paese più povero della penisola arabica, è sconvolto dalla guerra civile tra sunniti d’osservanza saudita e houthi (scitii e filo iraniani). Dal marzo dello scorso anno la coalizione araba (a guida saudita) bombarda le regioni del Paese fuori dal controllo del governo del presidente Hadi. Secondo stime delle Nazioni Unite, almeno 6.400 persone, per lo più civili, sono stati uccisi nel conflitto, mentre gli sfollati interni ammontano a circa 2,8 milioni. L’Onu stima anche che circa 13 milioni di persone non abbiano accesso alle cure sanitarie, mentre almeno 20 milioni necessitano di aiuti umanitari.