Francesco Giavazzi nel suo editoriale sul Corriere “La nuova task force. Il miraggio di crescere per legge” non ha ripetuto le solite, ormai consunte e trite, argomentazioni politiche, le contorsioni dei partiti, a cominciare da Renzi con il suo 4% (?)e le mosse cariche di presunzione di figure isolate del contesto parlamentare come Quagliariello, autori di mille e mille serpentine. Giavazzi inizia, riprende negativamente una delle infinite “parole d’ordine” lanciate da Palazzo Chigi “Ripartiremo” con l’ ovvia e l’implicita replica “per andare dove?”.
Si passa quindi alle segnalazioni cruciali. La pima attiene al livello di reddito precedente la pandemia, sostanzialmente fermo da un quarto di secolo in Italia mentre in Germania è aumentato del 36% e in Francia di un livello poco inferiore al 30%. Per ripartire – osserva il fondista – “impiegheremo quindici anni solo per recuperare il reddito perso durante la pandemia. Giavazzi ripercorre le vicende economiche del Giappone e quelle del nostro Paese, leggendo queste ultime in termini incensatori per le privatizzazioni dei vari Andreatta, Ciampi, Draghi e Prodi senza riguardare l’effetto frenante o meglio fuorviante della politica e dei partiti di centro- sinistra.
L’editorialista esprime di seguito timori e scetticismo sulle manovre che lo Stato va compiendo a livello economico con i rischi di una pubblicizzazione della seconda banca nazionale e con l’enfatizzazione dei poteri della Cassa Depositi e Prestiti, “un’istituzione sopravvissuta al suo tempo”.
Il tutto è destinato poi “a diventare facile strumento di politici disinvolti”, come quelli che in un connubio sempre più fitto e pericoloso hanno spinto a decisioni gravi, quasi incredibili, come il “Recovery fund” con 209 miliari di euro nelle mani e nell’arbitrio della “ cabina di regia”, formata da Conte, professore di diritto, Gualtieri, professore di storia contemporanea e Patuanelli, ingegnere edile, con il Parlamento, tenuto remotissimo, e con il cashback, destinato a produrre ben consistenti introiti per le banche, e prossimo a divenire dal prossimo 1° gennaio permanente. E’ esplicito poi Giavazzi nel sottolineare la totale inesperienza di Conte negli ambiti aziendali e industriali. Conclude più che convinto che l’occasione della pandemia sfruttato “per ostacolare i veri nodi che ostacolano la crescita” rappresenta “una strada non sbagliata ma dagli effetti facilmente prevedibili”.
Un’altra nota, “Politica e coerenza un legame sparito”, apparsa nelle stesse pagine del “Corriere della Sera”, Pierluigi Battista riguarda negativamente il distacco assoluto “tra l’elettorato e i partiti, i partitini e le formazioni spurie, le cordate momentanee. Un tempo, moralmente perduto nelle nebbie, “si diceva autonomia del politico. Ecco l’autonomia è arrivata integrale, allo stato puro, imprevedibile e imperscrutabile. Una mazzata per ciò che resta della democrazia, del rito democratico, delle scelte democratiche [l’eliminazione dei “quorum” e la mortificazione delle Camere]. La sconteremo”.