Editoriale solo soddisfacente quello di Antonio Polito “I miti infranti. Ipocrisie dei nuovi politici”, solo perché manca la denunzia della responsabilità più grave e pesante, quella dell’esecutivo guidato da Conte, incredibilmente sopravvalutato da Mieli per i suoi provvedimenti sulla pandemia, che avrebbe varato anche l’ultimo dei “caporali di giornata” del battaglione più scalcagnato. Polito inizia con il ripescare gli slogans magici e tanti fruttuosi , lanciati dai 2 movimenti, che nel 2018 alla faccia degli elettori, concorsero al primo dei fallimentari esperimenti, egemonizzati dai grillini, quello gialloverde, con i primi riciclatisi ma sempre al potere e con i secondi, accolti come “figlioli prodighi” all’”opposizione.
L’editorialista riflette con osservazioni non banali e non marginali sull’impossibile vaglio delle candidature, tanto zeppe di “dilettanti allo sbaraglio”, di “gente senza arte né parte” quanto prive di “teste pensanti”, pericolose e rifiutate sistematicamente da tutti i partiti. Passa Polito all’accusa minore rispetto a quella incontrovertibile da avanzare al governo, primo responsabile dell’incredibile varietà di misure, alcune dei quali solo allucinanti, quale questa dei politici, e come quelle sui monopattini e sulle biciclette elettriche.
La norma, “che ha consentito a persone chiaramente non bisognose (presumibilmente non solo parlamentari) di ricevere un sostegno con i soldi pubblici, cioè del contribuente, cioè nostri”, è stata votata dai deputati (questi sono i nomi da conoscere!) ma è stata impostata e varata dall’esecutivo, presieduto dal solito “Conte Tacchia”. Polito focalizza le due enormi responsabilità dello “zar” pugliese , il Parlamento reso “invisibile” e le leggi fatte “a furor di popolo e salvo intese in favore di telecamere”. Da esse non possono discendere che “il ridicolo della stupidità” e la “colpa della demagogia”.
L’editorialista svolge poi una serrata critica contro l’”antipolitica”, che ha la presunzione di “poter orientare la morale attraverso la legge”, producendo leggi inique. Redigendo un consuntivo, Polito considera “ampiamente inefficaci” i metodi seguiti, praticati e sbandierati e poi irrisi (vedi la vicenda della Raggi). Un pesante errore imperdonabile, dalle conseguenze devastanti, è stato compiuto dai partiti e dai raggruppamenti della “minoranza” con l’avallo alla misura referendaria, destinata, in caso di successo, a svilire il Parlamento, non più rappresentativo, se non in misura risibile, della volontà dei cittadini.
Intanto la Azzolina, che affascinato l’orbe terracqueo per la sua intelligenza e per la sua lucidità, entra nei ranghi dei dirigenti scolastici con manovre incredibili, sulle quali la magistratura dovrebbe e non potrebbe indagare e annunzia una megainfornata di ben 97 mila docenti e dirigenti scolastici (tra cui appunto lei) e amministrativi.
Il presidente della Repubblica, nel ricordare doverosamente il 76° anniversario dell’ecidio di S. Anna di Stazzema, ha parlato di “eccidio di centinaia e centinaia di civili inermi”. Quando mai in precedenza sono stati commemorati da lui e da tutti i suoi predecessori le decine di migliaia di caduti, vittime dei bombardamenti angloamericani?