Pessima figura Berlusconi. Pessima figura Rossella. Il primo la fa nell’aula del Senato con quel foglietto mai tanto letto e sbirciato. Il secondo la fa con quelle righette (formalmente anonime) apparse sul Foglio l’altro giorno nella sua rubrica “Alta Società”. Nella piccola prosa di Rossella riaffiora dal suo lontano passato l’adesione al Pci e soprattutto la militanza nelle fila di Lotta continua, con Gad Lerner, con Adriano Sofri, con Giuliano Ferrara, con Enrico Deaglio e via elencando carriere illustri e illustrate. Vi si legge testualmente: “Leggere il bellissimo libro di Ezio Mauro sul fascismo. Capiremo tutto di quel terribile avvenimento eversivo. E impareremo a riconoscere anche da lontano i fascisti”.
Riconoscere anche da lontano i fascisti: parole che ci ricordano quelle che un tempo venivano stampate sul quotidiano Lotta continua, specializzato negli elenchi dei fascisti da accoppare davanti alle scuole o sotto casa o nei luoghi di lavoro o all’Università. Anche Rossella vuole dare una mano all’onda di antifascismo militante che i cosiddetti opinionisti (a lutto, per la vittoria della Meloni) vogliono far montare per rendere difficile la vita del nuovo Governo? Dimentichi di aver fatto il direttore del Tg1 nel 1994 anche con il beneplacito di Gianfranco Fini, getti alle ortiche gli smoking, lasci Medusa film, stella brillante del firmamento berlusconiano, e si munisca di secchio e colla per attaccare i manifesti per le strade della sua Pavia.
E a destra, quella odierna, ci si ricordi di questa roba e di quella.
No, non sono deliri senili, è il percorso lineare di un comunista non da oggi assurto ad ultra liberal-comunista (ma che “splendido” connubio), che ieri inveiva ed aizzava contro “il verbo nero di Giorgio Almirante”, mentre oggi sbraita contro la Meloni.
La tragedia non è tanto lui, l’ultra liberal-comunista Carlo Rossella, quanto Silvio Berlusconi, che nel selezionare la sua classe dirigente non ne ha azzeccata una…