Per rilanciare la sua scalcinata economia la Croazia punta sull’industria bellica. Nel 2016 la vendita di armi ha superato i 224 milioni di euro, e la piccola repubblica balcanica è entrata al Paese di entrare a far parte del “club” delle prime venticinque nazioni del mondo per la produzione bellica.
Tutto è iniziato anni fa con la vendita di armi e di munizioni oramai obsolete i cui compratori ufficiali sono stati (con il beneplacito degli americani) l’Arabia Saudita e la Giordania. Molte di queste armi, come scrive il Delo di Lubiana, sono finite poi nelle mani dei ribelli siriani. Una storia sporca su cui Zagabria preferisce tacere.
Oggi il centro della produzione nazionale è la HS Produkt, con sede a Karlovac con duemila dipendenti e utili pari a 100 milioni di euro all’anno. La fabbrica è una delle maggiori produttrici di pistole al mondo e il 95 per cento delle sue armi finisce sul mercato statunitense. La stessa azienda sta producendo il fucile d’attacco VHS-2 , considerato, nel suo genere, tra i tre migliori sul mercato. Buoni anche i risultati della Šestran-Busch con sede a Prelog (in Medio Oriente ha venduto 1,1 milioni di elmetti), della Kroko International (uniformi militari), della la Đuro Đaković che costruisce (su licenza finlandese) i blindati Patria e financo l’industria alimentare Podravka che realizza le razioni di cibo militari. Adesso è il momento delle munizioni: il ministro della Difesa, Damir Krstičević ha annunciato la costruzione di una fabbrica di munizioni con la formula di una joint-venture pubblico-privato con la HS Produkt. Anche a Zagabria vale il motto di Alberto Sordi: finchè c’è guerra c’è speranza…