Corrado Augias questa volta ha fatto straripare la teiera. Davvero una cosa difficile per l’imperturbabile giornalista e scrittore dell’intendere la cultura a capo verso. Una semplice questione di punti di vista. Mercoledì sera a Otto e Mezzo, il programma diretto da Lilli Gruber su LA7 alle 20.30 (il video integrale potete rivederlo nella nostra rubrica Televisionando) , l’imprevedibile Pietrangelo Buttafuoco ha sparigliato le carte in tavola. La pagina delle lettere del quotidiano La Repubblica, curata dall’ultimo “dandy” del liberismo culturale della sinistra italiana, riceverà parecchie lettere appassionate. Il conduttore televisivo, scrittore, giornalista ed ex politico, ha finito i pasticcini deliziosi dell’auto-compiacimento culturale, che, durante la trasmissione, sono stati ridimensionati a briciole e si sono rilevati per lui indigesti. Per una volta, al suo fianco, non c’era traccia del solito ospite e di nessun alunno perfetto a cui somministrare racconti storici, concettualmente viziati e le abituali biografie, scandalistiche, di illustri personaggi.
Purtroppo, solo per una manciata di minuti, uno dei suoi interventi televisivi, spesso accomunati da una deontologia dell’informazione somigliante all’incedere di un convegno “unitarista universalista”, non è andato a buon fine. A tradirlo è una passione in particolare: la fatica di vestire quotidianamente i panni da Metropolitan Country e quell’aria da Hugh Grant dei primi anni ’90. Prossimo a ripercorre le strade della letteratura tutto logica e raziocinio. Una pecca che persino le pie adoratrici di Kensington, risvegliatesi tardone, hanno notato; smettendo di strizzare l’occhiolino e turandosi l’orecchio con le dita durante le sviolinate dell’ex Visionario di Charles Darwin. Ma che cosa ha spinto Augias a dileggiarsi con due affermazioni degne di Tomás de Torquemada ?
Durante la trasmissione i due ospiti della Gruber, conversavano pacatamente sul ruolo della religione nella società. All’improvviso a Buttafuoco, viene in mente la sciagurata idea di citare Voltaire e la sua teoria dei tre impostori: Mosè, Gesù e Abramo. Cosa che ha fatto imbestialire il bel Corrado, che non ci ha pensato due volte a trattenere la sua vena inquisitoria, rispondendo per le rime:« e qui viene fuori il tuo antisemitismo». Appena dopo, quando il “Moro” di Catania illustrava la sua ultima fatica letteraria, I cinque funerali della signora Goering (Mondadori), ecco che con il solito charme e con la sveltezza di chi è in difficoltà, di quelli che come lui nella vita non si sono mai fatti mancare nulla, tranne un contraddittorio, pone una domanda che vuole essere un trabocchetto inaspettato al suo interlocutore: «perché sei così affascinato dal nazismo»? Mancavano solo gli applausi finti dei talk show d’Oltremanica e lo sgambetto programmato, avrebbe richiamato l’attenzione dei patroni di un pulpito serale.
Il romanzo di Buttafuoco che narra le peripezie dei coniugi Göring è solo un pretesto? Oppure, i “segreti” sviscerati da Augias su Roma, Londra, Parigi e New York, comprese le varie inchieste su Maria e Gesù, hanno sortito un effetto onnipotente ? Nulla di questo. Nel rispetto delle credenze altrui e con semplicità, è bastata un’ospitata per scompaginare le speranza dell’informazione comportamentale (mediata) e dell’approfondimento mediatico. Delle cerchie ristrette della cultura che deve essere in mano a pochi. Forse, quei riti di chi odia a prescindere chi la pensa all’esatto opposto e i loro officianti, qualcosa temono. Quando la paura pronunciata lentamente, tradisce i professori.
Grande articolo! Marotta, di solito invidio chi scrive meglio di me, ma ora devo rassegnarmi. È inutile, leggendo questo commento snocciolato con malcelata nonchalance, ho capito, ahimè, i miei limiti.