Nell’indifferenza dell’Europa e dell’Italia i fragilissimi equilibri balcanici stanno saltando. Tutti. Dalla Macedonia e Bulgaria sino alla Slovenia. Dopo la chiusura della frontiera croato-ungherese venerdì sera a mezzanotte, la massa dei disperati (veri o finti siriani, afghani, pakistani, indiani, asiatici e africani assortiti e chi più ne ha ne metta) si sta riversando nella piccola Slovenia, saturandone, nel giro di due giorni, le sue ridotte capacità.
Ieri sera, le autorità di Lubiana hanno finito per interrompere per diverse ore il passaggio al valico di Trnovec/Središce ob Dravi, attraverso il quale sarebbe dovuto passare un treno speciale con circa 1.800 persone a bordo. Troppo per i tranquilli sloveni…
Da venerdì scorso, gli arrivi in Slovenia sono stati quasi ventimila e il nervosissimo ministro degli interni Sefic ha dichiarato che la polizia non riesce più a gestire — dopo il crollo croato e la chiusura magiara — il fenomeno.
Alla frontiera, con molta fatica, i disperati (o presunti tali) vengono scortati e in lunghe colonne vengono fatti salire su dei pullman e poi portati a Celje, alla stazione ferroviaria. I treni speciali con circa duemila persone alla volta partono e vanno a Nord di Maribor, al confine con l’Austria, dove il viaggio prosegue: la metà finale è, quasi sempre, la Germania. Problemi della Merkel… ma non solo. Anzi.
Gli sloveni — gente prudente — non si fidano di Zagabria e Belgrado (vecchie ruggini…) e nemmeno delle rassicurazioni di Berlino e Vienna. Ieri, riunito in sessione straordinaria il Parlamento di Lubiana, pressato dall’opinione pubblica sempre più inquieta, ha deciso di ampliare i poteri del piccolo (ma ben addestrato) esercito nazionale. Per i nostri vicini è ormai una situazione di stato d’assedio o di quasi guerra.

A sud le cose non vanno meglio. Anzi. In queste ore al confine serbo-croato, diverse migliaia di persone si erano accalcate davanti al valico di Šid/Tovarnik, bloccate, questa volta, per volontà del governo di Zagabria. Domani però passeranno (la Croazia è anch’essa al collasso) e si dirigeranno in modo sempre più confuso e disordinato verso nord, verso la Slovenia e l’Italia. Sognando una Germania di fantasia. La tempesta si avvicina sempre più alle nostre frontiere. Prepariamoci.