In Bosnia e nel Sangiaccato serbo i fondamentalisti islamici alzano il tiro e minacciano di morte i musulmani moderati, “rei” di pensieri moderni e aperture al secolarismo. Tutto nero su bianco. Nel nuovo numero del giornale bosniaco “Rumiyah”, l’editoriale non lascia dubbi: «Uccidete gli imam infedeli dei Balcani».
Sulla lista otto personalità – religiosi progressisti, ma anche sostenitori del wahabismo – i bosniaci Safet Kuduzovic, Dzevad Golos, Izet Hadzic, e anche il mufti Muamer Zukorlic, numero uno della comunità islamica in Serbia, originario del Sangiaccato. Le loro colpe? Tante. Secondo Rumiyah, c’è chi ha «invitato i fedeli ad andare alle urne», chi ha offeso «lo Stato islamico e i mujaheddin» e chi ha osato sostenere «l’avvicinamento» dei musulmani «alla comunità non islamica» o chi, come Zukorlic, ha persino cooperato con le autorità politiche «della nazione cristiana della Serbia». Per i tagliagole dell’Isis «uccidere» quegli imam indegni «è più importante che uccidere gli stessi crociati». Ciliegina sulla torta, un consiglio come accoppare i “miscredenti”: «facendoli saltare in aria, impiccandoli» oppure, in ancanza di meglio, «investendoli con la propria auto».
In allarme l’Agenzia bosniaca per l’investigazione e la protezione (Sipa); il ministro della Sicurezza, Dragan Mektic ha dichiarato: «il nostro sistema di sicurezza ha un approccio molto serio a questo problema e «faremo il possibile per chiarire i fatti e tutelare tutte le persone minacciate».