Dal XIII secolo l’industria del sesso è parte integrante del panorama cittadino di Amsterdam. Una vergogna pubblica (?) ma anche un ottimo affare per molti: signorine, sfruttatori, rapaci immobiliaristi e indotto assortito. Nel 1476 la prostituzione era talmente diffusa che le autorità cittadine, attentissime al guadagno (le tasse sui bordelli…) e un po’ meno alla morale, decisero di concentrare in un’apposita zona vicina (ma non troppo…) al centro e molto adiacente al porto. I marinai, si sa, sono ottimi clienti….
Una scelta manageriale nel segno del pragmatismo calvinista. Nacque così il quartiere “de Walletjes”, ovvero le “piccole mura”, seimila metri quadri circondate da una palizzata in legno che delimitava l’intera area. Una miniera d’oro per la municipalità che dal 1850, in cambio dell’abbattimento delle barriere, diede licenze a tutto spiano: su 200mila abitanti fiorirono 200 case di tolleranza: la più famosa, frequentata assiduamente dal re del Belgio e dal principe di Galles, era quella di Madame Traese: ottima cucina, arredi lussuosi e donne bellissime e assolutamente disponibili.
Nel 1920 la svolta. Per far quadrare gli smunti bilanci comunali, il sindaco proibì la prostituzione su strada — concorrenza poco gradita agli imprenditori del sesso — e obbligò le signorine “indipendenti” ad aprirsi un proprio negozio personale (ovviamente tassato) con doverosa vetrina, sempre illuminata da una soffice luce rossa. Da qui la nuova stagione del “Walletjes”, il primo lupanare pubblico (e assolutamente legale) d’Europa: “The Red Light District”, dal 2008 marchio registrato dal Comune.
Un successo. Nei decenni il quartiere è diventato una delle principali attrazioni di Amsterdam. Oltre alle vetrine delle professioniste dell’amore, l’intera zona, un reticolo di stretti vicoli e canali, è un susseguirsi di sexy shop, di strambi club per ogni gusto e piacere, e, soprattutto, i life show: “Casa Rosso”, “Sex Show” e “Live Porno Show”. I tre templi di un erotismo casareccio a buon mercato. Roba semi pruriginosa, buona per coppie in viaggio di nozze, comitive turistiche, goliardi, burloni un po’ guardoni. Alla fine poca cosa rispetto agli assai più crudi “spettacolini” asiatici….
Per i 18 milioni di turisti che hanno visitato la città nel 2022, “de Walletjes” è, assieme agli splendidi musei cittadini, una tappa fissa. In ogni stagione e ogni sera, lungo i canali e le stradine del quartiere s’infila una massa di curiosi sorvegliata da poliziotti a piedi o in bicicletta (ogni “negozio” è fornito di un allarme collegato al commissariato) e, più discretamente, da guardiani privati (riconoscibili dal gilet rosso) molto attenti alla sicurezza degli eventuali clienti.
Tutto bene? No. Da qualche tempo il nuovo sindaco, il verde Femke Hanselma, ha iniziato una sua personale battaglia contro il “luna park del sesso”. Orari sempre più ridotti (l’una di notte per i locali, le tre del mattino per le vetrine), multe a raffica per qualsiasi infrazione, campagne stampa contro il degrado (?). L’obiettivo dichiarato del borgomastro è spostare entro il 2023 il “Red Light District” in periferia e risanare il quartiere. Un’idea che ha scatenato l’ira delle “lavoratrici del sesso” (dizione ufficiale fiscale) e dei tanti operatori (attori porno, impresari, camerieri, baristi, ristoratori) che a “de Walletjes” vivono e lavorano. Mentre il quartiere si è tappezzato di cartelli con sopra vergato “il nostro posto è qui!”, la protesta si è subito allargata coinvolgendo i consigli circoscrizionali cittadini che all’unisono hanno criticato la proposta del sindaco. Nessuno vuole ritrovarsi il “luna park” accanto a casa propria e dover convivere con attività “imbarazzanti” animate da fiumane di turisti vocianti e habituè dell’amore mercenario.
Ma i più ostili al trasloco sono i residenti “normali” della zona, soprattutto le persone più anziane che a “de Walletjes” abitano, spesso in affitto, da sempre. A loro avviso la mossa di Hanselma nasconde un’operazione immobiliare miliardaria. Per la gioia degli speculatori nel cuore di Amsterdam le case sono sempre meno e sempre più care (in media 10.400 euro per metro quadrato) e soltanto il centralissimo “Red Light District” mantiene prezzi abbordabili per le tasche più modeste ma una volta spente le luci rosse tutti i valori immobiliari schizzerebbero alle stelle. Da qui una mobilitazione, appoggiata da media e sindacati, in cui s’intrecciano pensionati, l’esercito della salvezza (che qui ha la sua sede), studenti fuorisede, artigiani con porno star e signorine delle vetrine. La battaglia è appena cominciata e l’esito non è per nulla scontato. Vedremo.