Quando il 12 dicembre del 1969 esplose una bomba in piazza Fontana, causando 17 vittime innocenti, tutta l’Italia cadde in un profondo sgomento. Era avvenuto che un uomo avesse portato una valigetta colma di esplosivo un venerdì pomeriggio all’interno della Banca dell’Agricoltura, commettendo un errore fatale, che sconvolse la vita di un’intera nazione. Infatti quella banca, l’unica del nostro paese, il venerdì chiudeva sempre dopo le 16,30, più tardi di tutte le altre ; ciò era legato alla tradizione conservata dall’atto della sua fondazione, quella di agevolare i contadini che rientravano dalla dura attività nei campi. Ciò che avrebbe dovuto essere solo un atto dimostrativo contro i simboli del capitalismo, una forte esplosione in locali vuoti, come accadde in quelle ore in altre banche a Roma e Milano ed all’Altare della Patria , si trasformò in una terribile strage. La deflagrazione avvenne alle 16.37, ma la banca era ancora piena di gente.
Un tassista milanese, Cornelio Rolandi, iscritto al PCI, dopo aver trascorso due giorni di tormentose riflessioni, si risolse a testimoniare ciò che gli era capitato quel maledetto venerdì pomeriggio ; raccontò alla questura di aver caricato un cliente appena prima di piazza Fontana, di essersi quasi subito dovuto fermare davanti alla banca per permettere all’uomo di entrare un attimo nella filiale per tornarvi senza una valigetta che recava con sé, di aver poi proseguito per qualche centinaio di metri, prima di scaricarlo in via Albricci. Qualunque tassista al mondo, dopo magari un lungo tempo d’attesa, si arrabbia non poco se la corsa che gli capita ha un tragitto così breve e gli rende solo qualche spicciolo : certamente non si dimentica del cliente. Così avvenne per Rolandi, che riconobbe in Pietro Valpreda l’uomo della valigetta. In quei tragici giorni, Valpreda era per tutti il criminale autore della strage, il commissario Calabresi il valido poliziotto che aveva risolto il caso, Cornelio Rolandi il coraggioso testimone ed esemplare cittadino.
Allora avevo quindici anni e ricordo che mio padre, uno di quei giorni, disse a mia madre, a tavola, di aver sentito questa battuta, pronunciata da qualche autorevole personaggio :” Vedrete che di qui a qualche tempo Valpreda sarà una vittima e chi lo ha catturato un carnefice !”.
Ed infatti, nello spazio di poche mesi, la vita per Cornelio Rolandi si trasformò in un inferno, fu costretto a lasciare il lavoro, continuamente minacciato dai suoi stessi compagni, emarginato con tutta la sua famiglia ; a Giampaolo Pansa che lo andò ad intervistare a casa, quasi chiese la parola d’ordine prima di farlo entrare ; era un uomo distrutto, tormentato da un’ulcera che non gli dava tregua. Eppure rimase in pace con la sua coscienza e non cambiò mai versione, né vendette una falsa smentita in cambio di una vita migliore. Morì due anni dopo, dimenticato da tutti, la sua famiglia rimase sempre isolata e perseguitata nell’ambiente circostante, il partito comunista aveva fatto terra bruciata intorno.
Il commissario Calabresi venne criminalizzato ed additato come nemico numero uno della sinistra, accusato della morte di Pinelli , un brav’uomo che si suicidò in questura, straziato dal dolore per quella strage. Ottocento intellettuali , sedicenti compagni, si scagliarono contro il poliziotto con un manifesto che lo definiva un assassino; costoro si marchiarono di un’infamia indelebile, stilarono un vergognoso elenco di opportunistiche adesioni e fecero tutti carriera. Da buoni uomini di sinistra, a loro non interessava la verità ma solo la convenienza politica.
Valpreda, infine, nel 1972 fu candidato alla Camera come capolista per la lista del Manifesto, ma a tutto c’è un limite e fu trombato dai suoi stessi compagni.
Tutta questa tragica vicenda mi è tornata in mente all’indomani del fermo e della uccisione del terrorista islamico, autore della strage di Berlino ai mercatini di Natale, avvenuta a Sesto San Giovanni.
Nella periferia milanese, due coraggiosi poliziotti italiani, alle tre di notte, fermarono il terrorista che sparò loro contro ; i nostri risposero al fuoco fulminando l’uomo.
Altri poliziotti in Belgio ed in Francia fecero lo stesso in situazioni simili, fermando degli attentatori ,ma furono subito freddati, senza il tempo di reagire; era quindi conosciuto alle nostre forze dell’ordine il rischio altissimo nel momento in cui si chiedevano le generalità ad un individuo sospetto. In piena notte nessuno avrebbe potuto accusarli di omesso controllo se non avessero fermato il terrorista : chi lo avrebbe saputo? Invece i due poliziotti fecero appieno il loro dovere ed a rischio della vita impedirono all’attentatore di compiere altre stragi.
Apprendendo la notizia, come per riflesso condizionato, pensai che, dando tempo al tempo, ci sarebbe stato chi avrebbe stravolto i fatti, così che i due poliziotti si sarebbero trasformati da eroi in delinquenti ed il terrorista in martire.
Alla sinistra non sono mai piaciuti gli eroi ; Bertold Brecht forgiò l’abusato aforisma “ Sventurata la terra che ha bisogno di eroi.” L’eroe è colui che si erge sopra gli altri, è spesso solitario od appartiene ad un gruppo elitario, ha coraggio e tenacia, magari è perfino un patriota ; come vedete tutti termini che non appartengono al vocabolario della sinistra. Oggi abbiamo ancora bisogno di eroi e ciò non va interpretato per forza in un contesto guerresco ; anche un uomo, padre di famiglia, che si carica di turni massacranti sul lavoro, è a suo modo un eroe.
Per questo motivo tutta la sinistra italiana è a disagio con la vicenda dei due valorosi poliziotti.
Ma a togliere ai compagni nostrani le castagne dal fuoco ci ha pensato il governo tedesco. I germanici, che rosicavano da qualche settimana per il fatto che i loro imbranati poliziotti non erano riusciti a catturare l’attentatore islamico, finalmente hanno avuto modo di replicare. Frau Merkel infatti ha annunciato che avrebbe revocato la medaglia d’ oro al valore attribuita inizialmente ai nostri due agenti ,in quanto erano state scoperte alcune loro foto postate su Facebook mentre si esibivano nel saluto romano. Il governo tedesco non poteva permettere di premiare chi avesse simpatie per passate dittature.
Ora si dà il caso che la nostra supponente culona, uso il termine non proprio oxfordiano coniato da Berlusconi che però aggiunse anche altro, sia stata in gioventù un membro della F.d.J. ( gioventù comunista ), organizzazione propagandistica con tanto di divisa. Secondo Georg Reuth e Gunther Lachmann, autori del best seller “ La prima vita di Angela M.” la sua carriera politica, iniziata a 17 anni, fu favorita da due collaboratori non ufficiali della STASI, la Gestapo della Germania comunista. I due spioni, tali Wolfgang Schnur e Lothar de Maiziere, la aiutarono a salire i gradini del successo, mentre la polizia politica arrestava, seviziava e torturava gli oppositori del regime. A sua discolpa la Merkel ha affermato che le sue scelte di allora erano per il 70 % opportunistiche, come difesa non un granché.
Ci fa un figurone il nostro Gentiloni, anch’egli un ex comunista, ma di quelli che si giravano dall’altra parte quando vedevano alzarsi le spranghe.
Auguriamoci che i nostri due eroici ragazzi non vengano presto emarginati per una goliardata su un sito privato, che non venga fatta attorno a loro terra bruciata, che per il resto della loro vita non debbano chiedere una specie di parola d’ordine prima che qualcuno si avvicini, come accadde al povero tassista Rolandi.
Confidiamo che l’Italia sappia difendere i suoi due eroi, perché di uomini come loro ha ancora bisogno ; perché a gente che abbia una dimensione eroica della vita dobbiamo sempre ricorrere quando c’è una tragedia naturale, una minaccia ai nostri confini, degli interessi energetici da difendere, o anche più prosaicamente quando c’è da salvare la nostra economia minacciata dai poteri forti. Allora fa comodo invocare la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, le Forze dell’Ordine, la Folgore e le altre unità dell’esercito, non i pipparoli dei centri sociali. Auspichiamo che non avvenga un altro linciaggio mediatico come con il commissario Calabresi.
Ora non ci resta che attendere che qualche onorevole grillino , distratto per una volta dalle scie chimiche, trasformi in martire il terrorista dei mercatini di Natale: in passato lo hanno già fatto, del resto non sanno fare molto di più.