Chissà cosa spinge Lapo Elkann a credere che le sue esternazioni di natura politica significhino qualcosa e interessino a qualcuno. Fatto sta che da un po’ di tempo il bizzarro rampollo di casa Agnelli non risparmia proclami di segno rigorosamente antisovranista e antifascista.
L’ultimo in ordine di tempo arriva dopo la puntata di Report dedicata a FDI sulla quale, peraltro, al di la di evidenti forzature e manipolazioni strumentali la sorella d’Italia e il suo raccordo anulare magico farebbero bene a riflettere molto attentamente.
“E’ tempo di sciogliere TUTTE le organizzazioni fasciste ed estremiste SUBITO. VERGOGNA. #Reportrai3”, tuona il simpatico Lapo appiattendosi sugli stereotipi comportamentali più scontati dell’antifascismo da barzelletta. Anni luce separano i famosi aforismi del nonno dalle sguaiate uscite del nipote, così come anni luce separano la vecchia FIAT da quello che ne rimane oggi.
Forse non abbastanza impegnato con le sue squinternate iniziative imprenditoriali, l’Elkann minore ha scoperto l’utilità dell’antifascismo strumentale e di maniera, un facile espediente per mettersi in mostra: più lo esibisci più il carrozzone politicamente corretto ti sostiene dimenticando tutto il resto, a cominciare da certe poco commendevoli disavventure.
Il giovin signore dimentica però, o forse proprio non sa, che il suo illustre avo nonché fondatore della dinastia, il senatore Giovanni Agnelli nonno di suo nonno, con il Fascismo (quello che ora lui disprezza per conformismo senza nemmeno sapere di cosa sta parlando) fece affari d’oro e che il Fascismo lo arricchì a dismisura trasformando la FIAT nella più importante industria Italiana attribuendogli un potere enorme non sempre indirizzato, nemmeno allora, verso l’interesse nazionale.
Come diceva l’Avvocato, gli Agnelli sono governativi e istituzionali per definizione e in fondo è quello che a suo modo e al suo livello (infinitamente più basso) sta facendo il nipotino: se il potere oggi è a sinistra ed è politicamente corretto, gli ultimi Agnelli diventano politicamente corretti e si schierano a sinistra. Se per farlo serve una goffa rappresentazione antifascista/antisovranista si recita una goffa rappresentazione antifascista/antisovranista. Ricevendo gli applausi dei nuovi compagni di strada.
Certo in questo caso il contesto è quello che è: non si tratta più di sostenere un’impresa con contributi, finanziamenti e leggi ad hoc; qui c’è solo una smania di inutile protagonismo narcisista e un po’ infantile.
Curiosamente, a Lapo ha risposto il coordinatore nazionale di FDI Guido Crosetto il quale, però, si è innanzitutto premurato di prendere le distanze dalla storia politica del partito di cui è fondatore: “No, semplicemente mai stato [“fascista” ndr] io, nemmeno di AN, nè altri della mia famiglia. E quindi ricordo un po’ di storia”. Chissà perché fondare e coordinare un partito del quale si disprezza la storia, sia pure inadeguatamente rappresentata.
Tout se tient, tutto fa brodo, nell’era degli utili contenitori.