Il lungo, e non sempre agevole, cammino che ha per meta il “vivere bene” – e possibilmente a lungo! – ha una sua imprescindibile tappa in quel di Pioppi, piccolissimo borgo abitato da meno di 500 persone incastonato in uno dei più suggestivi angoli della costa cilentana. Comprensorio della provincia di Salerno che, insieme ad alcune zone della Sardegna, vanta un invidiabile primato: una percentuale di centenari decisamente più alta rispetto alla media nazionale. Su quale sia il segreto della longevità cilentana in tanti si sono interrogati dal dopoguerra ad oggi, addirittura qualcuno è arrivato dalla lontana America in questo angolo della “piccola Italia” per portare avanti questa affascinante indagine, finendo per rimanere conquistato dai luoghi e dai suoi abitanti.
Luoghi che per la loro bellezza non possono non colpire il viaggiatore che – da nord o da sud, poco importa – si avvicina a Pioppi: il paesaggio dominato dal verde della macchia mediterranea e dal blu intenso del mare e punteggiato dall’ocra delle antiche case rurali sparse rade lungo la strada costiera finisce per assorbire completamente l’attenzione, proiettando chi arriva a Pioppi in una dimensione quasi sospesa, immersa profondamente in un ritmo lento che costituisce uno dei primi ingredienti dell’elisir cilentano di lunga vita. Un’atmosfera, quella che si respira nella piccola frazione marina di Pollica, che non deve essere molto cambiata nel corso dei secoli, da quando Strabone prima e Plinio dopo nelle loro opere lasciarono le prime tracce dell’esistenza del piccolo borgo, allora porto della ricca colonia greca di Elea, patria dei filosofi Parmenide e Zenone.
L’antica città greca – con la sua evoluzione romana e medievale – sorge ancora oggi a meno di venti minuti di viaggio da Pioppi, all’interno di un parco archeologico che merita di essere visitato non solo per le pregevoli testimonianze storico-artistiche che custodisce al suo interno (ad iniziare dalle antiche porte di accesso per arrivare all’area dell’acropoli con il suo teatro risalente al terzo secolo avanti Cristo ed alla torre medievale che affacciandosi sul golfo domina l’intera vallata, offrendo al viaggiatore un’invidiabile punto d’osservazione), ma anche per il contesto paesaggistico e naturalistico in cui è inserito.
Tornando verso la costa dopo questa rapida quanto fondamentale incursione verso l’interno, ci si può dedicare alla scoperta dei tesori del borgo di Pioppi. In questo contesto appare davvero superfluo soffermarsi sull’aspetto paesaggistico – facilmente osservabile anche con una rapida ricerca sul web -, piuttosto si preferisce richiamare l’attenzione del viaggiatore curioso su un paio di aspetti meno evidenti, ma non per questo meno interessanti del territorio. Il primo rappresenta il vero “segreto” della longevità degli abitanti del territorio: la dieta mediterranea.
Allo studio dei suoi componenti e dei benefici che questo regime alimentare – riconosciuto nel 2010 dall’Unesco Patrimonio Culturale immateriale dell’umanità – ha dedicato ben 40 anni di studio il fisiologo statunitense Ancel Keys, trascorsi in buona parte proprio a Pioppi. A lui, ai suoi studi – continuati dopo la sua morte da alcuni collaboratori – e più in generale alla dieta mediterranea il borgo cilentano ha dedicato un museo, ospitato al primo piano di Palazzo Vinciprova, residenza nobiliare di origine seicentesca di grande pregio che ospita nei suoi spazi anche il Museo vivo del Mare. All’interno di tredici vasche è possibile ammirare pesci ed organismi marini caratteristici delle acque cilentane. Tre le particolarità del piccolo museo cilentano da segnalare la vasca tattile, struttura che permette ai visitatori di toccare con mano – letteralmente – la fauna marina.
Altro punto d’interesse storico-artistico è la seicentesca chiesa del Carmine, uno dei principali luoghi di culto della zona, legato alla venerazione di un dipinto della Vergine ritenuto miracoloso. Gravemente danneggiata dal terremoto del 1980, la chiesa è stata sottoposta ad un attento intervento di restauro che ne ha recuperato l’antico assetto.
Dopo aver toccato le tappe suggerite in queste brevi note, il viaggiatore che vorrà assaporare l’essenza profonda di questo territorio farà bene a “perdersi” tra mare e collina, godendo dell’intensità dei colori e del fascino del paesaggio – magari nel rosso-arancio del tramonto -, senza tralasciare una sosta in una delle piccole trattorie o agriturismi a conduzione familiare della zona: vivere bene è (anche) mangiare bene.
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