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Home Europae

Brexit/ Theresa May inciampa sulla rocca di Gibilterra

di Fabio S. P. Iacono
22 Novembre 2018
in Europae, Home
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GIBRALTAR, GIBRALTAR - SEPTEMBER 09: A Barbary macaque wild monkey sits at the top of the rock on September 9, 2018 in Gibraltar, Gibraltar. As the date for the United Kingdom's departure from the European Union approaches, the effects of Brexit on the self-governing 6.8 square-kilometre enclave, whose 34,000 residents voted 96 percent to remain and is already outside the EU customs union, remains still unclear. A British territory for 300 years, which has a land border with Spain, has a $2.9 billion services economy which heavily relies on frontier workers coming from Spain for about 50 percent of its labour force. (Photo by Matt Cardy/Getty Images)

       

Altri ostacoli a fronte del Regno Unito nell’incipit del sofferto e macchinoso percorso che porterà il regno ad abbandonare definitivamente l’Unione Europea dal primo gennaio 2021. A Theresa May, di conseguenza davanti a Westminster, si è infatti concretizzata la questione “Gibilterra”.

E’ pronto, sia formalmente che sostanzialmente, il documento d’intesa tra Inghilterra ed i restanti ventisette membri UE in merito alla soft Brexit, con un periodo di transizione relativo alla decadenza contrattuale che comprenderà temporalmente tutto il 2020 con circa cinquanta miliardi di euro di oneri d’uscita da versare alle casse di Bruxelles, Strasburgo e Francoforte. Adesso a mettersi di traverso è la Spagna con il “nodo” di Gibilterra. Si tratta del territorio d’Oltremare inglese ceduto dalla Spagna all’Inghilterra nel 1713, ancora oggi fonte di controversie con Londra.

Perché tanto rumore intorno a questo fazzoletto di territorio britannico (6,8 Kmq e 34.000 abitanti) sito nell’estremità sud-occidentale d’Europa? Semplicemente perché in quel sito lo scambio commerciale vale quasi un miliardo di euro. Madrid appare però rancorosa e forse vorrebbe mettere in discussione il protocollo d’intesa già avvallato da Londra, ovvero lo status di Gibilterra sarà definitivamente individuato tra il marzo 2019 ed il 2020. Per il governo spagnolo: “quanto negoziato tra Londra e Bruxelles non riguarda Gibilterra. Le trattative sul futuro di Gibilterra fanno parte di discussioni separate”, ha affermato proprio il Ministro degli Esteri, Josep Borrel, “non userei parole di veto, ma fino a quando non conosciamo la dichiarazione politica non sapremo se siamo d’accordo del tutto”. La risposta britannica non si è fatta attendere per Downing Street: “Gibilterra non verrà esclusa dall’intesa”.

Ma la Signora May non solo non lascia, anzi rilancia, dopo aver rassicurato la sfera commerciale ed industriale del Regno Unito, particolarmente insoddisfatta per le intese in materia di immigrazione successiva alla Brexit con Bruxelles, deve ancora difendersi dagli assalti dei falchi interni ai Tories, che non tollerano il mantenimento delle condizioni transitorie, giudicandole troppo estese e quindi onerose, paventando il loro prolungamento oltre il 2020 ed addirittura sino al 2022, come chiesto dalle istituzioni dell’Unione Europea. Così facendo

il Regno Unito dovrebbe versare al bilancio continentale oltre ai quasi quaranta miliardi di sterline, dei quali è ancora debitore, altri dieci o quattordici miliardi di sterline, ovvero ulteriormente tra i dodici e i diciassette miliardi di euro. Praticamente inaccettabile anche per le “colombe” interne ai Tories e per gli stessi liberali che siedono tra sui sedili parlamentari londinesi.

Tags: brexitGibilterraGran BretagnaSpagnaTheresa May
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Fabio S. P. Iacono

Intellettuale di origini bizantine, franche e normanne. Ha pubblicato le seguenti opere: "Il sole dietro il sipario" (Sovigliana Vinci 1990), in seguito non riconosciuta; "Nostalgia iperborea" (Melegnano 1999); "Antologia uranica" (Modica 2003); "L'occhio siderale 2003-2004" (Modica 2005); "l'occhio siderale 2005-2008" (Modica 2009); "L'Occidente tra dissoluzione e disgregazione. Quale ricomposizione etica, politica ed economica?" (Accademia Nazionale della Politica Ragusa 2012); "L'occhio siderale 2009-2014" (Fondazione Grimaldi Modica 2014); "Il cigno reale" (Sulmona 2017); "Assemblage: Quasimodo, Brancati e Vittorini filtrati da un dandy. Il centro polare artico 1999-2018" (Romagnano al monte 2019); "Orientamenti dell'aquila" (Romagnano al monte 2021); "Polaris" (Sulmona 2022); "Nessuno allo specchio. Luce del nord flamma non urens" (Sulmona 2022). E' stato corrispondente e inviato per Teleiblea, ha scritto per Il Conservatore.com e per Nazione Futura.it, scrive anche per Oltre la Linea.news e KulturaEuropa.eu.

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