Nell’immagine vi è un sacerdote che pulisce e consacra un Altare. A Mosul. In una chiesa devastata, sconciata, profanata dai terroristi dell’Isis. Il sacerdote si prepara a celebrare una Messa. La prima dopo anni di persecuzioni, massacri, terrore.
Con incredibile coraggio i cristiani d’Oriente cercano di ritrovare la loro terra e ricostruire le loro case, le loro scuole, le loro chiese. Non è facile. Tra Mosul e la piana di Ninive vi decine di migliaia di rifugiati che hanno bisogno di cherosene, vestiti per l’inverno, aiuti per i bambini.
Una tragedia che lascia indifferente l’Occidente, i tanti (troppi) “cattolici maturi”, i “buonisti” e le cooperative rosse e bianche. I pretacci e i radical chic. A tutte queste “brave persone” dei cristiani d’Oriente non frega nulla.
Noi non ci stiamo. Non dimentichiamo, non tacciamo. Ecco perchè rilanciamo sul nostro giornale on line l’appello di AsiaNews. Ecco il comunicato, l’appello.
«In Iraq ogni giorno vi è gioia e pianto. Gioia perché le truppe irakene avanzano vittoriose, avendo liberato già molti villaggi e città; pianto per le immagini di distruzione che i jihadisti hanno compiuto verso le chiese e le case smembrate; più pianto per le storie di abusi verso le donne, per i massacri perpetrati dai tagliagole del “califfo nero”
In questi giorni ci è giunto un nuovo appello da parte di padre Samir Youssef, parroco della diocesi di Amadiya (Kurdistan), che dal 2014 cura in prima persona 3500 famiglie di profughi cristiani, musulmani, yazidi.
Subito all’indomani della fuga da Mosul, AsiaNews ha lanciato la campagna “Adotta un cristiano di Mosul”, per rispondere all’emergenza e ai bisogni immediati. In seguito, davanti all’abisso delle necessità per gli oltre 150mila profughi cristiani (500mila con yazidi e musulmani), abbiamo deciso di proseguire per soddisfare i loro fabbisogni nel lungo periodo.
Per garantire la loro sopravvivenza tale sostegno è essenziale ancora oggi. Anzitutto perché l’offensiva dell’esercito irakeno contro l’ISIS a Mosul sta creando nuove ondate di profughi (l’Onu calcola che si potrà arrivare a 1,5 milioni). C’è anche un altro risvolto: l’attenzione all’emergenza di questi nuovi profughi, fa dimenticare – anche in modo involontario – l’aiuto ai profughi di due anni fa, la cui situazione è migliorata solo di poco e che ancora hanno bisogno del nostro aiuto.
Per questo desideriamo rilanciare la campagna “Adotta un cristiano di Mosul” e chiedere alla vostra generosità un dono di Natale per tutti loro. Un dono non superfluo, come quelli che tante volte riceviamo o facciamo, ma essenziale per vivere: il riscaldamento, l’affitto, la scuola. Rinunciamo a un dono superfluo per noi e procuriamo un dono essenziale per loro. Con un grazie da parte nostra e loro. Buon Natale».
Le donazioni possono essere inviate in modi diversi. Tutti devono avere la causale “AsiaNews – Adotta un cristiano di Mosul”:
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