“Preghiera, Azione, Sacrificio”: così si presentava, il numero zero di Cristianità, “organo ufficiale di Alleanza Cattolica”, uscito nel luglio-agosto 1973. L’invito era rivolto a quegli “italiani ancora capaci di indignarsi” contro il sistematico tradimento da parte di “chi, costituito per proclamare la verità, non la proclama”, di “chi deve proteggere e non protegge”, di “chi deve educare e non educa”, di “chi ha ricevuto un mandato per rappresentare e non rappresenta fedelmente”. L’accusa principale era verso quanti avevano disatteso le aspettative dei sottoscrittori della richiesta di referendum contro il divorzio (lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni politiche generali fecero slittare il referendum), ma anche contro quei settori politici che, malgrado la volontà popolare, stavano preparando l’ “apertura a sinistra”. Da qui (e mentre sugli scenari internazionali “emerge il crepuscolo del Cile cattolico, venduto al comunismo da uomini politici sedicenti cristiani, con la collaborazione della maggior parte del clero”) l’appello agli “uomini che sappiano riprendere la divisa della prima azione cattolica: “Preghiera, azione, sacrificio”.

Da quel numero zero di “Cristianità” ne sono ora seguiti altri 400, tanto da fare della rivista di Alleanza Cattolica, il movimento creato, a partire dai primi Anni Sessanta del ‘900 da Giovanni Cantoni, recentemente scomparso, un raro esempio di continuità e coerenza dottrinaria: un vero e proprio “record” per qualunque periodico generalista e specialmente per uno così “impegnato” ed “impegnativo” – come nota Oscar Sanguinetti, introducendo il numero dell’anniversario.
Ma che cosa ha rappresentato “Cristianità” nei suoi quarantasei anni di vita ? Certamente una rivista militante che, in un’epoca storica segnata da profonde trasformazioni culturali, sociali, economiche e geopolitiche, ha avuto come caratteristica l’essere sempre “cum Petro et sub Petro” con una stretta aderenza e fedeltà al Magistero dei pontefici e alla Dottrina sociale. Per il suo anticonformismo la rivista di Alleanza Cattolica è stata, nel corso degli anni, un utile punto di riferimento anche per chi non ne ha condiviso l’impegnativo percorso militante, ma ne ha certamente apprezzato la metodologia, la rigorosa lettura della realtà, la cultura profonda.
In questo ambito esemplari gli editoriali di Cantoni e le sue “Note tra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione” (poi raccolte nel volume La ‘lezione italiana’ – Premesse, manovre e riflessi della politica di ‘compromesso storico’ sulla soglia dell’Italia rossa), attraverso le quali veniva analizzata, a partire dalla caduta di Salvador Allende, la strategia comunista nel nostro Paese, servendosi delle categorie politico-religiose fornite dal pensiero cattolico contro-rivoluzionario ed in particolare dalle tesi di Plinio Correa de Oliveira, autore del saggio Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, nel quale era stato analizzato il processo rivoluzionario, a partire dal XIV secolo, individuandone le “metamorfosi” fino alla IV Rivoluzione (strutturalistica e del “tribalismo ecclesiastico”).
Durante tutti gli Anni Ottanta “Cristianità” ridefinisce la sua politica editoriale alla luce della “nuova sfida del ‘disarmo’ culturale” , puntualizzata ed approfondita sul N. 100 della rivista (agosto-ottobre 1983) interamente dedicato a “La ‘buona battaglia’ di Alleanza Cattolica – Per una società a misura di uomo secondo il piano di Dio”. Particolare attenzione viene data al problema della rappresentanza in politica dei cattolici italiani (…”si deve rifiutare ogni collaborazione a una rimonta della setta democristiana – scrive Giovanni Cantoni, “Il problema politico dei cattolici italiani”, Cristianità, N. 98-99, giugno-luglio 1983 – ma operare per una riaggregazione cattolica culturalmente qualificata, che si ponga correttamente la prospettiva di una soluzione adeguata, prima ideologica e poi operativa, del problema politico dei cattolici italiani e degli italiani di buona volontà, per retaggio di civiltà naturaliter christiani“).
Nel corso degli anni, l’attenzione verso le “resistenze dimenticate” nei Paesi comunisti e la crisi libanese, fenomeni a cui la rivista dedica articoli puntuali, lascia, via, via, il campo all’analisi sull’ascesa di Gorbaciov e sul graduale disfacimento dell’impero comunista, mentre in Italia la crisi della Prima Repubblica e la vittoria del centrodestra offrono nuovi spunti politici e le ombre della IV Rivoluzione impongono temi e problemi: nuove religiosità, omosessualità, droga, ecologismo, tecnocrazia, mondialismo. Temi che vanno letti – come scrive Oscar Sanguinetti – “non con lenti che andavano bene in tempi in cui kairos era altro e il nemico si presentava con un volto diverso, meglio definito e affrontabile”. Una consapevolezza che – ne siamo certi, visto il percorso compiuto – “Cristianità” continuerà a fare crescere, per una “buona battaglia” che laicamente appartiene a tutti.
Premetto che, al di là della mitologia corrente, Alleanza Cattolica fu fondata da Agostino Sanfratello nel 1968 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Giovanni Cantoni si unì successivamente, divenendo il capo quando Sanfratello si recò a Écône.
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Alleanza Cattolica verso l’establishment post-Pio XII dalla fondazione agli inizi del pontificato di Giovanni Paolo II
• Alleanza Cattolica era – tra l’altro – schierata contro il complesso di mutamenti operati nella Chiesa dall’establishment post-Pio XII e divisibile in due parti principali: la sostituzione di un’infinità di norme con altre meno restrittive e la riduzione drastica della Solennità e della Bellezza nella Liturgia, nell’Arte Sacra, nella musica. Di fatto e secondo il resto del mondo – ma non secondo l’establishment post-Pio XII – esse hanno prodotto rispettivamente un allentamento generale del rigore teorico e pratico e una riduzione drastica del senso del Sacro.
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Alleanza Cattolica getta la spugna: non è realistico sperare in un papa migliore di Giovanni Paolo II
• Dopo la morte di Paolo VI e il brevissimo pontificato di Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II prese a eliminare gli “eccessi” (i c.d. «abusi post-conciliari») senza mettere in discussione un pelo della grande Menzogna “autenticamente evangelica”. Dopo qualche anno Alleanza Cattolica – vedendo tanti cattolici tirare un sospiro di sollievo – gettò la spugna, allineandosi all’establishment woytjliano: p. es., da promuovere il Vetus Ordo Missæ passò a promuovere… il Novus Ordo Missæ in latino!
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Il moderatismo di Alleanza Cattolica si estende
• Successivamente il moderatismo verso la Gerarchia ecclesiastica si è inevitabilmente esteso al resto. Oggi – p. es. – parecchi esponenti di Alleanza Cattolica conducono rubriche a Radio Maria e dai suoi microfoni alcuni parlano episodicamente. A Marco Invernizzi, durante la trasmissione che conduce, tempo fa ho rivolto una domanda sulla “immigrazione” in rapporto al diritto di proprietà, da parte di un popolo, sulla terra su cui è insediato: mi ha risposto che il fenomeno è analogo alle invasioni barbariche, a seguito delle quali si fusero romani e germani e ne nacque la civiltà cristiana medievale!
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Tengo a precisare che ho fatto parte di Alleanza Cattolica per oltre sette anni, durante il pontificato di Paolo VI.