Prove tecniche di nuovo centrodestra. Sono quelle andate in onda a Catania nella mattinata di sabato, registi Nello Musumeci e Flavio Tosi. Una coppia certamente inedita, il primo di Militello Val di Catania, “sicilianista” più che siciliano, il secondo sindaco di Verona, leghista che più verde non si può. Eppure a sentirli il linguaggio che usano è molto più consonante di quanto non lo sia quello che attualmente si ascolta all’interno delle varie anime del Popolo delle Libertà.
Un atteso e affollato incontro con la stampa ha visto i due esponenti politici svelare il senso del dialogo appena nato ma che promette di andare lontano. “Il giro che ho iniziato per il Paese, prima a Mantova per la presentazione e adesso qui in Sicilia, vuole significare che il nostro progetto è per l’Italia tutta e non solo per una parte di essa” – ha spiegato Flavio Tosi superando le tradizionali visioni “nordiste”. E smentendo i luoghi comuni della propaganda becero-leghista ha aggiunto: “Il buon governo, non ha alcuna etichetta politica nè tantomeno una latitudine geografica. I cittadini, del resto, hanno bisogno di essere ben governati. Per fare questo serve la meritocrazia che purtroppo a livello nazionale diventa più complicata a causa di una legge elettorale che certamente non la premia”.
La guerra interna al Pdl e la rinascita di Forza Italia restano sullo sfondo dell’intervento del sindaco di Verona, ma è chiaro che l’obiettivo è rifare un centrodestra capace di contendere la vittoria alla sinistra in caso di elezioni. “Nel centrodestra c’è bisogno di una competizione per individuare il candidato premier – ha affermato Tosi -. Questo può servire in primis a ricompattare la coalizione alla luce della diaspora in corso e poi, finalmente, verrebbe premiato il merito e credo che gli elettori del centrodestra se lo aspettino così come avviene nel centrosinistra. È giusto – ha ribadito – che siano i cittadini a scegliere senza indicazioni dall’alto”.
Musica per le orecchie di Nello Musumeci e della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che incontrerà il sindaco in Veneto. “Un leghista con una visione nazionale ed unitaria del Paese – ha detto Musumeci- deve contribuire a ricostruire una coalizione alternativa ad una sinistra sfilacciata, incapace e rancorosa”. Il tema sul tavolo infatti, è proprio questo, come ricostruire l’alternativa al centrosinistra sia che abbia il volto governativo di Letta, sia che mostri la faccia movimentista di Renzi.
Prima ancora delle primarie, per il presidente della commissione Antimafia all’Ars, bisogna impegnarsi “a ricostruire un grande soggetto di destra, unitario, che dopo lo sfilacciamento della vicenda finiana, possa rimettere insieme una destra politica, europea intesa nel senso popolare e non lobbistico, una destra aperta, sociale, capace di dare rappresentanza a milioni di italiani che da qualche anno non vanno più a votare”. Musumeci, che da settimane si è ritagliato un ruolo da “pontiere” tra La Destra di Storace e il partito della Meloni, Crosetto e La Russa ha scoperto le sue carte: “È un ruolo che sto giocando in una parte della destra che ancora non si è riconosciuta in Fratelli d’Italia, ma il mio obiettivo è rimettere insieme il Fli, La Destra, la Nuova Alleanza, Io Sud e Fratelli d’Italia”.
Secondo Musumeci, infine, “solo una destra unita, infatti, può essere competitiva all’interno della coalizione ed insieme al centrodestra, di fronte ad un centrosinistra che appare litigioso, rissoso ed incapace di elaborare di realizzare un ampio e serio progetto di governo”.