Uno dei più celebri aeroplani, passato alla storia come il velivolo di Gabriele D’Annunzio, torna a splendere. Come nuovo. A rimetterlo “a lucido” è un gruppo di appassionati di aeronautica, da tempo molto attivi e impegnati nel recupero e restauro di velivoli storici. E così, grazie a intere giornate di lavoro, che li hanno visti impegnati nei mesi scorsi, i soci del GAVS (Gruppo Amici Velivoli Storici) di Torino, hanno restaurato il biplano SVA 10 esposto al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera.
Altri cimeli del Vittoriale vennero già all’epoca ripristinati e successivamente esposti al pubblico, come il mirabile restauro del motore SPA 6A dello stesso velivolo SVA 10, di un rarissimo esemplare della avveniristica telebomba alata Guidoni-Crocco del 1918 e di varie altre parti staccate di aerei della prima Guerra Mondiale.
«E in quell’occasione, fu anche identificata l’esatta versione dell’aeroplano conservato al Vittoriale, un Ansaldo SVA 10 – ricorda Bertolo –. Il GAVS Torino tornò poi a Gardone Riviera nel 1989, per installare sullo storico velivolo le repliche di alcune parti mancanti copiate da un altro SVA, della simile versione 9, che nel frattempo era stato acquisito, negli Stati Uniti, dall’allora Aeritalia, oggi Alenia Aermacchi. In particolare furono montati i tiranti dei montanti alari, restituendo così al velivolo la corretta geometria delle ali. Inoltre, venne smontato il serbatoio supplementare di liquido refrigerante presente sopra l’ala superiore».
«Il particolare in rame, danneggiato ed incompleto, fu portato a Torino per subire un impegnativo processo di ripristino alla forma originale. Proprio per reinstallare questo serbatoio, il GAVS Torino ha recentemente proposto al Vittoriale degli Italiani di effettuare un ulteriore intervento conservativo sull’aereo, sospeso da ormai 23 anni nella cupola dell’Auditorium del complesso museale. Proposta subito accettata, con entusiasmo».
L’attività di restauro ha compreso anche il controllo dello stato generale del velivolo, la pulizia completa, piccole riparazioni ai guasti del tempo e l’applicazione di prodotti specifici per la conservazione. Nell’occasione è anche stata costruita ed installata la replica di una parte mancante della carenatura laterale in alluminio che caratterizza questo velivolo rispetto a tutti gli altri SVA costruiti.
«E’ certamente un significativo passo avanti nella conservazione di uno dei più importanti cimeli della storia dell’aviazione italiana – conclude Bertolo –. Ora puntiamo a realizzare a Torino un centro espositivo per i nostri velivoli, una piccolo museo aeronautico arricchito dalla nostra vasta biblioteca sulla storia dell’aeronautica, un patrimonio che vorremmo condividere con la comunità locale».
Il GAVS Torino (sito web: www.gavs-torino.it), fondato nel 1985, è un’associazione senza fini di lucro impegnata nel recupero e nella salvaguardia del patrimonio storico aeronautico italiano. Nel corso degli anni ha operato su aerei di grande interesse storico, come il caccia SPAD VII del Museo Baracca di Lugo di Romagna, il caccia Ansaldo A1 Balilla di Antonio Locatelli del Museo del Risorgimento di Bergamo (esposto al Museo del Falegname di Almenno San Bartolomeo), il caccia FIAT G 55 Centauro esposto al Museo Storico dell’Aeronautica Militare ed il ricognitore americano L-5 Sentinel dello Sbarco in Normandia.
Attualmente il team torinese, composto da oltre trenta persone, svolge programmi di restauro statico “in proprio” su cimeli della storia dell’aviazione come l’addestratore FL.3 del Pioniere piemontese Francis Lombardi, un anfibio Piaggio P.136 ed un autogiro sperimentale degli anni ’60 costruito all’Aero Club Torino con la collaborazione del Politecnico.
Antonio Lo Campo – La Stampa 24 dicembre