Assurdi, faziosi quanti altri mai, di rara supponenza i “gemelli della penna” (Alberto Alesina e Francesco Giavazzi), soliti infangare fino alla calunnia una categoria benemeriti di professionisti, quali sono i farmacisti, finalmente con l’editoriale (“Il secondo virus”) hanno “gettato la maschera”.
Putin, Trump, autocrati stile Erdogan e Orban ai nostri confini, e i sovranisti europei sono stati bollati con una serie ininterrotta di banalità e con giudizi prefabbricati, come un virus, simile al Covid 19, come un pericolo “per le nostre democrazie”.
Dilungandosi su 2 colonne (inutili e banali) di stampa, i due “giornalisti” hanno elencato torti, errori e misfatti di Trump, arrivando a sostenere una intesa tra l’americano e l’immarcescibile russo, tesa a distruggere quella meravigliosa ed impareggiabile Europa, tanto convintamente presa a modello dai due, ben lontani dal riprovare la deprimente prova fornita in questi mesi.

Alesina e Giavazzi sono naturalmente impegnati nel riprovare l’attacco sferrato da generali russi ad una giornalista amico di un quotidiano, amico e fratello, “La Stampa”, responsabile di critiche indesiderate.
Farsesca è la chiusura: i dioscuri incaricano la storia di determinare se “nel dicembre scorso il partito comunista cinese, che guida un Paese totalmente privo di checks and balances” [che assurdo sotterfugio per non dire controlli e bilanci!], non abbia nascosto qualcosa [????] sul virus che avrebbe potuto aiutare il resto del mondo a reagire più in fretta. E anche nei mesi successivi, il numero dei morti cinesi ad esempio non appare più credibile e questo ha messo fuori strada le azioni di contenimento nel resto del mondo”.
Peccato che l’unico cervello “pensante” della sinistra, Massimo Cacciari, abbia tracciato un quadro difficilmente oppugnabile. L’ex cattedratico individua un’Italia “giuridicamente dinoccolata”, in cui Regioni, Comuni e governo centrale, agiscono distinti, separati e assai spesso contrastanti. Condivide l’opinione, bandiera della politica, sul caos provocato dall’irresponsabile revisione delle autonomie compiuto nel titolo V della Costituzione. Cacciari poi ridicolizza la “deriva autoritaria”, personificata da Conte, purtroppo realizzata con lo strumento dei Decreti e con le irridenti riunioni con l’opposizione, nonostante la grinta e la severità di FdI e dei leghisti e l’accondiscendenza al solito collaborativa di FI.
Ma è quanto mai felice ed icastico nel denunziare la simpatia espressa dai giornali e dalle reti televisive pubbliche e private (ovviamente anche le berlusconiane) con una domanda, che tutti gli italiani dovrebbero porsi: “i cinesi ci hanno infettati, stanno mangiando le nostre economie e noi dovremmo pure ringraziarli?”
La situazione delineata all’epilogo è calzante quanto angosciante: per Cacciari “da questa crisi tutti i governi occidentali usciranno massacrati, si metteranno a battere moneta. L’unica nazione con una liquidità immensa, triliardi e triliardi, da immettere sul mercato, è la Cina, che ha bisogno che l’Occidente ovviamente non crolli” per asservirlo, come sta avvenendo già in Italia con gli intensi contatti commerciali vincolanti.
Intanto i dioscuri geniali e onniscienti del foglio di Cairo attendono ed invocano il verdetto della storia!
Per una volta sono d’accordo con Cacciari