La Federazione calcistica italiana (FIGC) e la Federazione calcistica turca (TFF) hanno raggiunto un accordo proponendo alla UEFA l’organizzazione congiunta degli Europei 2032. Italia e Turchia erano le due candidate ufficiali per ospitare il torneo continentale del 2032, con la TFF che aveva già avanzato la sua candidatura anche per Euro 2028 (destinato a Regno Unito e Irlanda). Questo progetto rappresenta un’assoluta novità nell’organizzazione di un torneo calcistico internazionale; se è vero che l’ultimo Europeo (2021) è stato itinerante – coinvolgendo 11 Paesi, dalla Scozia all’Azerbaigian, dalla Russia alla Spagna –, in passato non è mai stato organizzato da due Paesi non confinanti. La proposta congiunta è stata salutata come “una svolta storica” dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, che “esalta i valori di amicizia e cooperazione, coinvolgendo due mondi contraddistinti da profonde radici storiche, due culture che, nel corso dei millenni, si sono reciprocamente contaminate influenzando in maniera sostanziale la storia dell’Europa mediterranea”. L’omologo turco, Mehmet Büyükekşi, ha dichiarato che “la partnership con la Federcalcio italiana riflette i valori di amicizia e cooperazione nel calcio europeo” e “fa parte di una cultura simile e profonda storia radicata che va avanti da secoli”.
Al di là delle belle e melliflue parole, la co-organizzazione di Euro 2032, almeno per l’Italia, era forse l’unica soluzione per essere Paese ospitante. Rispetto alla Turchia, che avrebbe già gli stadi pronti, la FIGC ha ottenuto la garanzia dal governo per la ristrutturazione degli impianti, in previsione dell’utilizzo di sei stadi turchi e sei italiani. A lasciare perplessi, oltre all’organizzazione a-due di Paesi così distanti, sono anche le implicazioni politiche. Si va verso un’operazione di immagine per la Turchia di Erdogan – che può avvicinarsi all’ingresso nell’Unione europea – e di ammodernamento per l’Italia (che può evitare la figuraccia della mancata nomina). A ottobre la UEFA risponderà (quasi sicuramente sì) alla proposta dell’Europeo italo-turco. In previsione, non sarà quello ispirato a “un nuovo Rinascimento” come annunciava con entusiasmo Gravina.
Che gran puttanata !