C’è qualcosa di contradditorio, una sorta di umore borderline, nelle ultime esternazioni di Monsieur Sarkozy.
Un capo di Stato capace di piroettare dalla sicumera di un ghigno sbeffeggiante – rivolto all’Italia e al suo premier, Silvio Berlusconi, in conferenza stampa con Angela Merkel – alla dichiarazione apocalittica e buia dell’altro giorno sulla sorte dell’Eurozona: “O ne usciremo insieme oppure ognuno di noi morirà dalla sua parte”.
Distolta per un istante la lente d’ingrandimento sull’andamento dei mercati, degli spread e dei più che i rinnovati timori di un taglio al rating sovrano della Francia, è facile ipotizzare che il piccolo Napoleone veda riaffiorare i fantasmi di un non lontano ballottaggio elettorale, giocato tutto a destra, in vista della corsa all’Eliseo nel 2012. Questa volta – ancora più inconsistente la sinistra, bruciata la candidatura ‘forte’ di Dominique Strauss Kahn – con un esito davvero incerto.
Torna prepotentemente sulla scena politica francese il fantasma di un nome quanto mai attuale, che mette i brividi’ à Droit et à Gauche’: Le Pen.
Non il Jean Marie capace di distruggere al primo turno la gioiosa macchina da guerra del socialista Lionel Jospin (era il 21 aprile del 2002), facendo tremare le gambe all’ex premier in pectore Chirac. Ma la ben più agguerrita e accreditata erede politica del leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen. L’attacco frontale più temibile per Sarkozy arriva da questa figlia d’arte di ottimo eloquio, solida militanza e robuste idee, che guadagnano esponenzialmente consensi nei sondaggi d’Oltralpe
In un’intervista al quotidiano Le Monde, Marine non ha risparmiato fendenti al marito di Carla Bruni: ”Nei fatti – ha dichiarato la possibile outsider alle presidenziali del 2012 – la Francia ha già perso la sua tripla A. I tassi di interesse aumentano, il costo della vita anche. Nelle prossime settimane – ha detto ancora – i francesi si renderanno contro che il presidente Nicolas Sarkozy è totalmente impotente per risolvere questa crisi”.
E gli elementi su cui la polemica politica trova terreno fertile sono le analisi dei guru della finanza internazionale. Dopo gli avvertimenti di Moody’s e Standard & Poor’s, ieri, anche l’agenzia di rating Fitch ha messo in guardia Parigi: se lo scenario economico peggiora, ha avvertito l’agenzia, la Francia rischia la tripla A, la massima votazione delle agenzie di rating, normalmente attribuita ai primi della classe. Giorno dopo giorno, il timore che la Francia sia la prossima nella lista dopo Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, si fa più concreto. Mentre lo spread, il differenziale tra i bond francesi e i bund tedeschi, uno dei principali indicatori di fiducia degli investitori, è tornato ieri a salire, sfiorando i 180 punti, una situazione inimmaginabile appena qualche mese fa, la scorsa primavera, quando era sotto i 40 punti.
E’ per questa tortuosa via che il premier Sarkozy rischia di scoprire gli effetti pandemici della Crisi. Anche personale. Scoprendo che non c’è niente da ridere sul baratro dei fondamentali economici. E che, forse, insieme alla posa ridanciana, l’uomo ora al timone rischia di vedere sbiadire la comoda e tronfia cabina di comando dell’Eliseo.