Bastano le dichiarazioni di Ignazio La Russa dal palco dell’incontro del primo compleanno di Fratelli D’Italia, dal titolo “Rinasce l’Alleanza per La Nazione” tenutosi domenica 22 Dicembre presso il Nuovo Palazzo della Regione Lombardia? Ignazio La Russa: “dobbiamo essere pronti ad uscire dal PPE e ad attivare contatti con il partito di Marine Le Pen in Francia”. Avere fede non basta e la speranza di vedere un’Europa che sia Nazione va a farsi benedire. Così aspirerebbe l’affollatissima schiera dei propugnatori anti-Bruxelles forte anche in Italia. Malgrado ciò, come se non bastasse, le connessioni nervose dell’Unione Europea sono internamente legate alle multinazionali e alle banche d’Oltreoceano e della City. La lagna però è sempre la stessa: “fuori dall’Europa”. Non sembra importare nulla di una verità evidente. Allora avanti ragazzi del nulla, la Germania è un’arpia da raddrizzare a colpi di imprecazioni, privandola così, del primato da prima della classe. L’imminente “battaglia” autolesionista di una parte dei popoli europei, di chi crede nel populismo salottiero ed eterodiretto, scansa immancabilmente ogni argomentazione seria e una discesa in piazza ragionata (questa si populista), invocando a gran voce la morte dei figli di Ymir, mentre giacciono ancora assopiti.
E chi se frega se lo scontro nelle stanze dei bottoni di Bruxelles che da una parte vede le insolenze poco preparate della stragrande maggioranza dei parlamentari italiani e di consimili, abituati a dire yes. Intenti come sono a perfezionare un’oratoria degna di incompetenza e di compiaciuta grossolanità? Figuriamoci, contano solo le rivendicazioni impulsive e le stranezze reclamanti la battaglia del “banco di Noordhinder”, ripercorrendo a loro insaputa quel fatidico 1º maggio 1915 tanto amato dalla Gran Bretagna. Consapevoli o meno, secondo le regole della City, gli ignari europei riscopertisi antieuropei, a prescindere, si dimenticano del sogno che comprende in se, l’asse portante tramandatoci da Jean Thiriart e dalle pagine ricche di analisi ma anche di soluzioni del mensile de “La Nation Européenne”. Conta solo strillare, e forse se rimane tempo, comprendere l’importanza di un’Europa possibile.
Un amore calcolato come solo Londra ha saputo provare nei confronti del Libor (London InterBank Offered Rate, il tasso di riferimento europeo al quale le banche si prestano denaro tra loro durante la notte e a termine dei mercati), a cui ha sempre fatto affidamento. Peccato però che dal 2012, anno di svolta della Commissione Europea, dimostrando, in una delle rare occasioni, una fermezza continentale e, smentendo la voce relativa di un gran numero di suoi membri favorevolmente disposti alla sudditanza della City e di Wall Street, pose un mattone importante. Senza nessuna sospensione delle scadenze a posteriori dello scandalo Libor, riuscì letteralmente a scippare il primato e le redini della finanza dalle manovre di Londra: portando via dalle sponde del Tamigi il compito di elaborare i dati sui tassi interbancari misurati dal Libor, per affidarlo ad una autorità europea con sede a Parigi, la European Securities and Markets Authority (Esma), facendo riferimento ad una bozza regolamentare di Bruxelles; ufficializzata a giugno scorso e molto probabilmente in fase di approvazione dal Parlamento europeo prima delle elezioni del 2014 di Strasburgo, ha dato il via ad una netta distinzione tra i nemici e gli amici d’Europa.
La folta schiera di rivali interni, cui poco interessa l’amalgama degli stati membri e le politiche economiche e monetarie dell’UE, incoraggiata parzialmente da una parte politica mai all’altezza di sbattere i pugni sul tavolo che conta, quello dell’UE, rivendica la liberazione della politica imposta dall’alto, da Bruxelles; senza nessuna preparazione, cavalcando l’onda lunga del Front National guidato da Marine Le Pen. La quale, ammicca a un movimento di derivazione neo-poujadista (movimento creato da Pierre Poujade, ampliatosi nel 1953 a partire dalla regione Midi-Pirenei) e alla sua rielaborazione personale in difesa delle piccole aziende in grado di rappresentare gli artigiani e i commercianti, capace, a differenza delle scuole politiche tracciate proprio dal FN, di evidenziare l’inefficienza del parlamentarismo così com’era realizzato nella Francia della Quarta Repubblica. Com’è oggi in Europa. Vogliamo far passare in secondo piano le diverse note distintive politico-sociali tra l’Italia e la Francia e l’appello unitario di La Russa? Per certi versi, un riadattamento all’opera politica tratteggiata da Marine: discutere e confrontarsi solo con partiti al di sopra del 3-4%. “Così parlò Marine”. Dietro una donna invertendo il vecchio detto, c’e’ prima un uomo che poi è il padre: Jean-Marie che una risposta alle sirene unioniste di ogni sorta la diede nel lontano 1956, quando entrò a far parte dell’Assemblea Nazionale Francese. Il più giovane eletto dell’Assemblea proposto dall’Unione e Fraternità Francese che altro non era, se non il partito elettorale del movimento poujadista di Pierre Poujade. E’ bene ricordarlo, al di fuori di ogni appello per nome.
E a chi direbbe che tutto sommato in Francia funziona e in Italia, potrebbe? Sono troppe le biforcazioni di un’educazione notabile basata su di un calcolo approssimativo. Il rifiuto dell’intellettualismo, tanto caro a Poujade, si scontra contro il muro di gomma del mancato buon senso. Politico e dell’imprudenza che allieta chi ha la forza di negare che l’attuale avanzo commerciale tedesco, come spiega il Ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble, «è espressione della forte competitività tedesca e della domanda internazionale di prodotti di alta qualità realizzati in Germania» e che la crescita dei salari tedeschi è «robusta», pensando solo a facili emulazioni d’oltralpe. Come in Italia? Oppure, peggio ancora, dovremmo credere alle legittimazioni giunteci dal “Messia” americano che guarda caso, dopo lo spauracchio del “Datagate”, imputa alla Germania, onde evitare squilibri commerciali eccessivi fra gli stati membri dell’UE, l’abbassamento repentino delle esportazioni e delle importazioni tedesche seconde solo a quelle della Cina ? Un oltraggio alle stelle e alle strisce delle carte bancomat, mai correttamente chiamate con il loro vero nome, “carte di debito”. L’annata tedesca 2012 si è conclusa con il 7,1% , raggiungendo una media di poco inferiore all’anno che si sta chiudendo attestandosi al 6,5% del PIL (prodotto interno lordo). Numeri che fanno intimorire. L’Europa ?
Comparando lo stato di salute delle esportazioni italiane e del mancato indotto che deriva da una carenza di richieste e non certo di professionalità e neppure di formazione altamente qualificata, viste le domande, senza troppo immedesimarsi nei personaggi di “Totò, Peppino e la malafemmina” a cui parecchi mercati esteri come la Turchia, il Kazakistan, l’Asia centrale e il Medio Oriente, ( gare pubbliche, edilizia, industria, sanità, esplorazioni minerarie ed energetiche) , nonostante tutto guardano ancora oggi con benevolo occhio l’Italia, non sono poche. Chiarito questo, la débâcle non sembra ancora essere imputabile al crogiuolo di interessi e all’impreparazione di una certa politica italiana, delle lingue e dei referenti che si annidano nella capitale belga e che parlando lo stesso idioma, rispondendo per fortuna non tutti, all’unisono, yes. Sprofondati come siamo e senza accorgercene nei nostri comodi rifugi, calpestando quotidianamente la rappresentazione più riuscita di potenza che è poi la nostra terra, l’Europa di Jean e di Pierre. E’ necessario ripartire, scorgendo distintamente gli amici dai nemici, le opportunità dall’immancabile voglia di accodarsi a facili isterie. Guardandosi dentro, volesse il cielo, a lungo.
Ignazio La Russa:
“dobbiamo essere pronti ad uscire dal PPE e ad attivare contatti con il partito di Marine Le Pen in Francia”.
Onorevole La Russa, una semplice e garbata domanda:
Se il suo partito tornasse al Governo, Lei sarebbe sempre dell’idea di “attivare contatti con il partito di Marine Le Pen”?
Oppure le perverse logiche di eurocrati, banchieri, borsisti ed alta finanza farebbero cambiare idea com’è successo con una certa alleanza divenuta antinazionale fin dalla sua nascita (gennaio 1995)?
Indipendentemente se si è favorevoli o meno ad attivare contatti e/o alleanze con il Fronte di Marine Le Pen una cosa è certa : bisogna uscire dal PPE di berlusconi, casini,alfano,monti, ecc. !