La cooperativa Eureka, che lavora sul territorio per la scolarizzazione dei bambini nomadi, denuncia quello di CasaPound come un impedimento bello e buono all’ingresso dei bambini rom a scuola: “Hanno impedito – riferiscono dalla cooperativa e riporta La Repubblica – a tutte le persone nel campo di uscire creando anche una situazione di panico e paura. Si tratta di un campo dove vivono circa duecento persone e che esiste da oltre trent’anni con cui siamo al lavoro con diversi progetti di inclusione. Con il gesto di queste persone è stato impedito a circa 90 bambini di scuole elementari e medie di andare a scuola. Si tratta di un fatto di una gravità inaudita”.
Ma i 500 esponenti del Blocco Studentesco e alcuni studenti degli istituti Tacito e Domizia Lucilla che al grido di ”Stop alle violenze dei rom, alcuni italiani non si arrendono” hanno manifestato questa mattina in via Cesare Lombroso, si difendono spiegando l’accaduto diversamente.
Il Blocco Studentesco conferma la manifestazione ma era “per rispondere con forza alle provocazioni di alcuni esponenti di etnia rom, che nei giorni scorsi avevano lanciato dei sassi all’indirizzo di alcuni studenti italiani che frequentano gli istituti del quartiere”.
In sostanza sarebbe stato un forte atto di protesta ma è di Fabio Di Martino, il responsabile nazionale del Blocco, la precisazione riportata su La Repubblica: “E’ una situazione invivibile, per questo oggi abbiamo voluto dimostrare che ci sono ragazzi italiani che non sono disposti a subire in silenzio questo tipo di prepotenze”. Di cosa si tratta? Di una risposta “con forza alle provocazioni di alcuni esponenti di etnia rom, che nei giorni scorsi avevano lanciato dei sassi all’indirizzo di alcuni studenti italiani che frequentano gli istituti del quartiere”…
Ma apriti cielo: il gesto è già stato condannato dalla giunta Marino come “vile” perché, secondo Alessandra Cattoi assessore capitolino alla Scuola, i minori sono fragili e non “dovrebbero essere trattati con violenza”.
Ed è la nota del Campidoglio del gruppo del Pd in Assemblea Capitolina a chiedere che “si faccia chiarezza e si isolino quegli estremismi che danno di Roma un’immagine razzista e xenofoba”.
In serata è giunta anche una replica dello stesso Blocco Studentesco, che ha precisato: “Stamattina non è stato impedito a nessuno di uscire dal campo nomadi di via Cesare Lombroso. La ricostruzione fornita dalla cooperativa Eureka di quanto accaduto alla manifestazione del Blocco Studentesco davanti agli istituti Tacito e Domizia Lucilla, a Roma, è del tutto priva di fondamento”.
Secondo Di Martino, “la manifestazione si è svolta davanti agli istituti, non davanti al campo rom che sfortunatamente, per miope scelta non nostra né degli studenti, dista qualche centinaio di metri. Non abbiamo bloccato l’uscita del campo né tanto meno messo a repentaglio la sicurezza di chicchessia“. Evidentemente, conclude il responsabile del Blocco, “per costoro lanciare sassi contro gli studenti fuori dall’istituto, come hanno fatto nei giorni scorsi alcuni membri del campo, è una prassi legittima e costituzionale, mentre una manifestazione studentesca con 500 ragazzi che protestano davanti al loro istituto è fuorilegge, nonostante il diritto di manifestare sia garantito da quella stessa Carta che questi personaggi dicono di voler difendere”.
Intelligonews, 29 novembre 2014
La demonizzazione di CASAPOUND, un’operazione a largo raggio che coinvolge i “soliti noti” della disinformazione italiana procede incessante secondo un intramontabile “refrain”: “calunniate calunniate qualcosa resterà”.